Università, novità per i posti in Medicina: l’annuncio della Bernini

Mondo dell’Università, arrivano delle importanti novità soprattutto per coloro che sono intenzionati a far parte del mondo della Medicina: l’annuncio è arrivato direttamente dal ministro Anna Maria Bernini

Intervista a "La Stampa"
Il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini (Ansa Foto) Notizie.com

A provare a fare un bel po’ di chiarezza ci ha pensato direttamente Anna Maria Bernini. Il ministro per l’Università e della Ricerca ha rilasciato una intervista ai microfoni del quotidiano “La Stampa“. La stessa si è voluta soffermare su molti argomenti molto importanti inerenti al suo campo. Notizie che, a quanto pare, gli stessi futuri medici stavano attendendo. Il governo ed il suo ministero ne sta seriamente parlando e non è da escludere che tutto questo possa verificarsi quanto prima.

Queste sono alcune della parole che il ministro ha rilasciato: “Occorrono 30 mila nuovi medici da inserire nei corsi di laurea nei prossimi 7 anni. Per l’anno accademico 2023-2024, ci sarà un incremento importante, tra il 25 e 30%: da 3.553 a 4.264 posti in più. Il numero definitivo verrà stabilito insieme alle Università tenendo conto delle loro capacità di assorbimento. Il ministero si sta adoperando per reperire i fondi chiesti dalle Università per rendere sostenibile l’aumento, metteremo a disposizione 23 milioni di euro”.

Università, novità importanti per i futuri studenti di Medicina: l’annuncio della Bernini

Intervista a "La Stampa"
Il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini (Ansa Foto) Notizie.com

Il suo discorso è continuato in questo modo: “Bisogna aprire in maniera sostenibile. In questo modo significa pensare anche alle specializzazioni“. Un colloquio, il suo, che ha visto come protagonista anche un altro ministro: ovvero Orazio Schillaci. Con il numero uno della Salute si è parlato di questa importante novità. I progetti e le idee ci sono ed, allo stesso tempo, sono molto chiari.

Con il ministro vogliamo ottimizzare e rendere meno burocratici gli accessi, creando dei meccanismi di incentivo affinché non vi siano squilibri come sulla medicina d’urgenza. La scelta infatti non deve essere di necessità ma di vocazione. Dobbiamo tutelare la libertà di scelta degli specializzandi. Questo comporta dei costi, il governo è determinato a sostenerli”.

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