Erdogan per la terza volta vince l’elezione diretta del capo dello Stato in Turchia. Ma in questa occasione c’è un dato che non va assolutamente sottovaluto.
Terzo mandato per Erdogan come presidente della Turchia. Dopo non essere riuscito a vincere alla prima tornata, il capo dello Stato uscente ha ottenuto il successo al ballottaggio anche se possiamo parlare di una vittoria e non di un trionfo. Come riportato dall’Ansa, la percentuale si è assestata al 52%, molto simile a quella delle due elezioni precedenti, ma in quel caso il tutto si era risolto immediatamente.
Ora, quindi, Erdogan sarà chiamato a governare fino al 2028. “La nostra gente ci ha dato fiducia e questo sarà il secolo della Turchia“, le prime parole del presidente subito dopo la certezza del voto.
Erdogan chiamato a governare una Turchia divisa in due
La vittoria sembra confermare una Turchia divisa in due e non sarà per nulla semplice per Erdogan governare in questi cinque anni. Il presidente turco, inoltre, dovrà fare anche i conti con una opposizione molto dura di Kilicdaroglu. Lo sconfitto ha garantito che “continuerà la sua marcia per arrivare a governare il Paese“.
“La nostra lotta non si ferma qui – ha aggiunto lo sfidante di Erdogan – proseguiremo il nostro cammino“. Ricordiamo che Kilicdaroglu aveva chiesto a tutti i cittadini turchi di andare a votare per porre fine al regime autoritario. Un appello che non ha assolutamente dato i suoi frutti visto che alla fine a vincere è stato ancora una volta Erdogan, chiamato a governare il Paese per la terza volta consecutiva.
Le congratulazioni di Zelensky e Macron
I primi a congratularsi con Erdogan sono stati Zelensky e Macron. Il presidente ucraino si è augurato di poter sviluppare con la Turchia “una cooperazione per la sicurezza e la stabilità dell’Europa e di rafforzare ancora di più il partenariato strategico a beneficio di entrambi i Paesi”.
Il suo omonimo francese, invece, ha fatto i complimenti per la vittoria e ribadito che Francia e Turchia hanno “diverse sfide da affrontare insieme“.
