Addio Silvio Berlusconi, il ricordo (e non solo) da parte di Gianfranco Fini. Quest’ultimo ha rilasciato una intervista ai microfoni del ‘Fatto Quotidiano’
Ieri il giorno più difficile, quello più duro da accettare, per familiari, amici, colleghi e sostenitori di Silvio Berlusconi. In piazza del Duomo, a Milano, presenti più di 15mila persone per dare l’ultimo saluto al ‘Cavaliere‘. Tantissimi coloro che hanno voluto partecipare al funerale. Molti, invece, coloro che hanno disertato la cerimonia. Chi per motivi fisici e chi per altro. Tra i grandi assenti non figurava la presenza di uno che, per anni, è stato al fianco dell’ex presidente del Consiglio. Poi, le strade, si sono separate. Anche in quelle occasioni non sono mancate le polemiche e le frecciatine, ma il rispetto da ambo le parti c’è sempre stato.
Stiamo parlando di Gianfranco Fini. L’ex politico italiano e, soprattutto, ex ministro degli Affari Esteri ha voluto parlare proprio di Berlusconi. Lo ha fatto rilasciando una intervista ai microfoni del ‘Fatto Quotidiano‘. Proprio il giornale che, mai come negli ultimi giorni, sta scatenando non poche polemiche. Polemiche che, però, lo stesso Fini ha voluto spegnere in merito ad un argomento che sta facendo molto discutere. Ovvero come i giorni di lutto e la decisione di fermare il Parlamento. Un modo che ha fatto davvero molto discutere ed alzato un vero e proprio polverone di critiche.
Addio Berlusconi, Fini spegne polemiche sulla decisione di fermare il Parlamento
Queste sono alcune le parole da parte dell’ex numero uno di ‘Alleanza Nazionale’: “La decisione di fermare il Parlamento, una scelta che non ha precedenti soprattutto per la sua durata, viene presa dagli organi preposti e non dall’alto del governo. La conferenza dei capigruppo decide in autonomia e in questo all’unanimità dalle forze politiche“. Parole che, quasi certamente, sono destinate a far discutere.
Sempre al ‘Fatto Quotidiano’ Fini si è soffermato proprio sulle polemiche che si stanno creando in questi giorni: “Le capisco, ma si tratta di una questione di sensibilità politica più ampia, che mette d’accordo maggioranza e opposizione“. In merito alla questione di non optare per le votazioni ha aggiunto: “Stiamo parlando di un segnale di una sensibilità politica che riguarda l’affievolimento del potere del Parlamento. Il potere legislativo viene considerato inferiore rispetto a quello esecutivo“.
