Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al ddl Nordio sulla giustizia. Il ministro in conferenza stampa si difende: “Ho sentito alcune inesattezze”.
Ddl Nordio ha ricevuto il via libera del Consiglio dei ministri. Il provvedimento che rappresenta un primo pacchetto della riforma sulla giustizia è stato approvato in Cdm ed ora nelle prossime settimane sarà in Parlamento per diventare definitivamente legge.
Il ministro in conferenza stampa ha espresso soddisfazione per la misura, ma si è anche augurato che “l’approvazione della riforma avvenga il prima possibile. Mi auguro, inoltre, che l’opposizione sia fatta razionalmente e non emotivamente. Camera e Senato devono essere disposti ad ascoltare e il mio auspicio è quello che si argomenti con il le ragioni del cervello“.
Il ministro Nordio: “Nessun bavaglio alla stampa”
Il ministro Nordio sempre nella conferenza stampa, citata dall’Ansa, ha voluto sottolineare che con questo provvedimento “non c’è nessun bavaglio alla stampa” e soprattutto di aver sentito delle “inesattezze sul vuoto di tutela che ci sarebbe con l’abolizione dell’abuso d’ufficio. In realtà questo non c’è. Anzi, il nostro arsenale è il più agguerrito dell’intera Europa“.
Il titolare della Giustizia è ritornato anche sulla polemica con i magistrati: “In Italia molto spesso la politica ha ceduto alle pressioni della magistratura sulle leggi e questo non è assolutamente accettabile. Il magistrato non può criticare le decisioni prese dal governo, come il politico non può andare contro le sentenze. Noi ascoltiamo tutti, ma poi proponiamo e il Parlamento decide. Questa si chiama democrazia e non ammettiamo interferenze“.
“Ecco il mio più grande rammarico”
Il ministro Nordio ha anche espresso il rammarico che Berlusconi non sia stato presente al primo passo verso una riforma garantista. Il titolare della Giustizia ha spiegato che in passato “il reato di abuso d’ufficio è stato più volte modificato, ma sono continuate iscrizione nel registro degli indagati e informazioni di garanzia che costituivano il vero motivo del timore dei sindaci e amministratore a firmare i provvedimenti. E quindi possiamo dire che si trattava di un grande danno economico che si riservava sui cittadini“.