Gabriele Natalizia di Geopolitica.info in esclusiva ai nostri microfoni: “Al tavolo di una eventuale trattativa ci potrebbero essere anche Cina e Stati Uniti”.
Ieri altra giornata di scambio di accuse tra Ucraina e Russia. La nostra redazione ha contattato Gabriele Natalizia, professore di Relazioni internazionali all’Università Sapienza di Roma e coordinatore del Centro Studi Geopolitica.info, per fare il punto della situazione sul conflitto.
Gabriele Natalizia, ieri ancora un botta e risposta tra Ucraina e Russia. In che fase di conflitto ci troviamo?
“E’ un momento dell’anno in cui si possono ottenere risultati sul campo di battaglia. E’ difficile che Russia o Ucraina arriveranno alla vittoria finale, ma c’è la possibilità di guadagnare un vantaggio importante in vista del prossimo autunno e inverno dove ci sarà una nuova fase di guerra di logoramento. Ma c’è anche un altro scenario possibile. Gli Stati Uniti ormai si avvicinano alle elezioni e Russia ed Europa continuano ad attraversare un momento critico dal punto di vista economico. Queste cose potrebbero rappresentare un incentivo per sedersi nei prossimi mesi ad un tavolo di trattative“.
Natalizia: “In corso la controffensiva di Kiev”
Quindi diciamo che una eventuale trattativa potrebbe partire dopo l’estate? Mentre sul campo siamo entrati in una fase decisiva?
“Una eventuale trattativa potrebbe partire da settembre. Attualmente è in corso la famosa controffensiva dell’Ucraina anche se meno poderosa delle aspettative. Ma Kiev può vantarsi di sistemi di armi più sofisticati della Russia e quindi vanno ad attaccare su un fronte specifico anche perché gli ucraini non hanno a disposizione uomini per dare vita ad un attacco ad ampio raggio“.
Prima si è parlato di una trattativa. Chi si potrebbe sedere al tavolo?
“Affinché ci sia una trattativa che funzioni devono sedersi gli attori decisivi e quindi le parti in campo e poi tutti quelli che hanno contribuito alla guerra: gli Stati Uniti. Al tavolo ci potrebbe essere anche la Cina“.
Quindi è una partita fondamentale anche per il quadro geopolitico mondiale?
“Possiamo parlare di una partita a scacchi tra due superpotenze che si considerano in competizione. Naturalmente il tutto deve rimanere sotto una certa soglia perché c’è sempre il rischio del nucleare“.
Ma le elezioni in Russia possono cambiare le sorti di questa guerra?
“Non credo. Le elezioni in Russia non sono come quelli degli Stati Uniti. L’esito lo si conosce già perché c’è un sistema politico che non dà spazi necessari all’alternanza. Quindi possiamo parlare di situazione bloccata“.