Una violenta lite tra detenuti è terminata nella peggiore maniera possibile, purtroppo una persona è morta: ennesimo allarme da parte del Sappe
Un altro episodio tragico arriva direttamente dalle carceri italiane. L’ultima arriva direttamente da Velletri dove la situazione si fa sempre più critica ed allarmante. Il tutto è accaduto nella giornata di ieri, lunedì 19 giugno, quando si è verificata una lite tra detenuti. Purtroppo le cose sono andate, sempre di più, peggiorando fino a quando non ci è scappato il morto. Un uomo, infatti, ha ucciso il suo compagno di cella. Troppo tardi sono intervenuti i poliziotti ed il personale medico che non ha potuto fare altro che constatare il decesso. Sono poche le informazioni che arrivano direttamente dalla città.
Come riportato in precedenza i due vivevano nella stessa cella. L’omicida, inoltre, aveva problemi psichiatrici. In passato aveva anche tentato di aggredire un poliziotto penitenziario. Questo è quello che fa sapere il segretario nazionale per il Lazio del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, Maurizio Somma. L’uomo ha denunciato il tutto con un comunicato ufficiale. Sono state avviate le prime indagini di questo omicidio da parte della compagnia carabinieri di Velletri con la polizia penitenziaria. Sul posto per i rilievi sono intervenuti i carabinieri del nucleo investigativo di Frascati.
Velletri, omicidio in carcere: Capece (Sappe) lancia allarme
Un altro episodio drammatico che arriva da un carcere italiano. Anche in questo caso il segretario generale del Sappe, Donato Capece, ha voluto commentare la vicenda: “Quanto accaduto nel carcere di Velletri deve necessariamente far riflettere per individuare soluzioni a breve ed evitare che la Polizia penitenziaria sia continuo bersaglio di situazioni di grave stress e grande disagio durante l’espletamento del proprio servizio. Il disagio mentale è stato riversato nelle carceri dove non ci sono persone preparate per gestire queste problematiche. La polizia penitenziaria non ce la fa più a gestire questa situazione”.
Per Capece non ci sono dubbi ed individua subito il problema: “Da quando sono stati chiusi gli opg (gli ospedali psichiatrici giudiziari), le carceri si sono riempite di detenuti affetti da gravi problemi psichiatrici. Ormai in ogni carcere decine e decine di detenuti con gravi problemi psichiatrici vengono ospitati normalmente nelle sezioni detentive, e spesso sono ubicati nelle celle con altri detenuti che non hanno le stesse difficoltà“.