Emmanuele Panero, analista responsabile del Desk Difesa & Sicurezza del Ce.S.I. (Centro Studi Internazionale), in esclusiva a Notizie.com: “Esistono due scenari possibili”
“Cosa sta succedendo in Russia? Non è facile spiegarlo, ma si può provare ad immaginare quali siano gli scenari che da adesso in poi accompagneranno il Cremlino”. Emmanuele Panero, analista responsabile del Desk Difesa & Sicurezza del Ce.S.I. (Centro Studi Internazionale), prova a spiegare, in esclusiva a Notizie.com, cosa sta accadendo a Mosca, dopo l’offensiva della Brigata Wagner (la milizia di mercenari al soldo del Cremlino che da decenni combatte le guerre di Mosca nelle zone “calde” del pianeta) che si è ribellata al governo centrale di Mosca, provocando la dura reazione del leader russo.
Dottor Panero, cosa sta succedendo a Mosca?
“Innanzitutto vanno fatte due precisazioni: tutto ciò che sta accadendo ha valenza politica, non militare. Il secondo aspetto è che tutto ciò che vediamo va letto con la lente d’ingrandimento di un ambiente informativo conteso. Ancora una vola non esiste una sola realtà, ma tante fotografie della stessa realtà fatte da più soggetti. Questo vuole dire che avere un elemento chiaro e univoco è quasi impossibile”.
Lei che idea si è fatto?
“Quello che stiamo osservando è frutto di una logica che non è facilissima da capire, ma è l’esito di una frattura interna all’establishment della federazione russa e giunge dopo aver preso coscienza di un esito inaspettato dell’operazione speciale in Ucraina”.
Cioè?
“Prigozhin è una figura che nasce all’ombra di Putin, che diventa fondamentale all’interno delle attività di influenza dell’operazione russa. E’ una figura chiave per il leader del Cremlino: ha lavorato in Africa, in Siria, è uno strumento all’interno di una rete che svolge attività molto importanti. Prigozhin però, e è intenzionato a fare un passo successivo”.
Quale?
“Salire nel gotha del potere decisionale della Federazione russa che è sostanzialmente concentrato nelle mani di poche persone. Il conflitto in Ucraina per lui è una finestra importante. Un’opportunità che cerca di sfruttare al meglio. Soprattutto nell’ambito della Difesa. Perchè la Wagner è stata impiegata in modo consistente nel conflitto. Ma in questo si crea una frattura. Da soggetto utile alla causa si è trasformato in qualcos’altro. Prigozhin è diventato sempre più importante contro l’establishment”.
Con chi, soprattutto?
“Principalmente con il Ministero della Difesa. La frattura si è creata quando, a seguito di alcune leggi, la Wagner Group è stata di fatto messa sotto il controllo della Difesa russa. Una sorta di subordinazione. A quel punto Pregozhin ha due possibilità”.
Che sarebbero?
“La prima è accettare una riduzione del suo potere e quindi fermarsi ad un ruolo subordinato, oppure provare a cambiare la situazione come ha fatto oggi”.
Quello che è successo può portare problemi seri a Putin?
“Nel momento in cui Prigozhin cerca di prendere possesso dei centri di comando e controllo, nella sua mente non c’è quello che poi è successo. Nelle prime dichiarazioni non c’è un attacco di Pregozhin verso Putin. E’ un attacco contro figure atipiche, come ad esempio il ministro della Difesa. E’ immaginabile che in quel momento il suo obiettivo era esautorare i vertici militari e ottenere di avere una voce in capitolo maggiore, per avere un ruolo di vertice. Questo non si verifica nel momento in cui Putin da una risposta come quella che ha dato oggi. Accusandolo di tradimento la situazione cambia. Ma Putin non accusa direttamente Pregozhin”.
Quindi che scenario si verificherà?
“Da un punto di vista numerico la Wagner Group non può pensare di misurarsi con l’esercito russo. Quindi a cosa dobbiamo stare attenti? Principalmente alla reazione dei vari componenti della federazione russa. Se seguono le indicazioni dei vertici dell’apparato o se progressivamente assumono posizioni più vicine a quelle della Wagner Group. Secondo alcune indiscrezioni alcune unità si sono rifiutate di rispondere in modo effettivo contro i miliziani della Wagner Group”.
Quindi come si concluderà il tutto?
“Se parliamo di prospettive, sono due: la prima è che c’è Pregozhin abbiamo commesso un errore di valutazione spingendosi troppo oltre, rischiando quindi di essere schiacciato. Il secondo scenario prevede che la situazione termini in uno stallo, da cui ripartire con un negoziato: magari concedendo a Pregozhin più voce in capitolo e un suo uomo al ministero della Difesa”.