Papa Francesco, dopo l’Angelus le sue parole su Emanuela Orlandi

Mentre in Piazza San Pietro vengono ammesse magliette e striscioni per il sit-ion organizzato dal fratello di Emanuela Orlandi, il Papa dedica un passaggio dei saluti post-Angelus all’anniversario della scomparsa della ragazza, quarant’anni fa. “In questi giorni ricorre il 40esimo anniversario della scomparsa di Emanuela Orlandi”, ha esordito il Pontefice, ponendo i riflettori sul caso riaperto dopo quattro decadi. Parole accolte con positività dallo stesso Pietro Orlandi, che nelle scorse settimane aveva indignate per le sue parole contro Giovanni Paolo II.

Per i 40 anni dalla scomparsa il fratello Pietro aveva infatti organizzato una manifestazione, con la spiegazione che a suo avviso questo ultimo anno sarebbe “diverso: sembra esserci un nuovo interesse di chi dovrebbe fare giustizia, con le inchieste della procura e del Vaticano”. Così Papa Francesco ha colto la palla al balzo confermando le sue parole e anzi accogliendo la sua manifestazione in maniera pubblica e condivisa.

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(Ansa)

“In questi giorni ricorre il 40mo anniversario dalla scomparsa di Emanuela Orlandi: desidero approfittare di questa circostanza per esprimere ancora una volta la mia vicinanza ai familiari, soprattutto alla mamma, e assicurare la mia preghiera“. Sono queste le parole del Pontefice argentino, pronunciate dopo l’Angelus domenicale in piazza San Pietro, davanti agli stessi partecipanti al sit-in. Che peraltro il Vaticano stesso aveva autorizzato ad accedere in piazza, “con maglie a tema e striscioni”, “qualora vogliano assistere all’Angelus del Santo Padre”.

Le parole di Papa Francesco su Emanuela Orlandi

Lo aveva infatti spiegato lo scorso 22 giugno, a metà settimana quindi, con una nota interna e riservata rivolta ai Servizi di sicurezza e Protezione civile del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, Corpo della Gendarmeria. Manifestazione iniziata quindi nella mattinata in Largo Giovanni XXIII, nei pressi di Castel Sant’Angelo, poi proseguita alle 12 verso San Pietro. Quella di Papa Francesco sembra rappresentare inoltre una vera e propria spinta di incoraggiamento nei confronti dell’iter della commissione parlamentare di inchiesta attualmente aperta al Senato, dove martedì verranno votati gli emendamenti che porterebbe a un ritorno alla Camera, mentre in caso contrario se il testo verrà votato come si presenta allo stato attuale arriverà in aula al Senato’.

“Mi auguro che il Papa pronunci parole di speranza per arrivare alla verità, per ricordare questo 40esimo anniversario dalla scomparsa di una cittadina vaticana”, aveva detto Orlandi prima della manifestazione. “Me lo auguro per noi, per tutte le persone che saranno con noi e per il Vaticano stesso: sarebbe un gesto positivo, vorrebbe dire tendere la mano e arrivare insieme a una soluzione“.

La reazione di Pietro Orlandi sotto la finestra del Papa

Lo stesso Orlandi ha poi commentato in maniera positiva le parole del Pontefice. “È stato un segnale positivo, non me lo aspettavo, credo che questo sia un bel passo avanti“, ha detto l’uomo, nelle settimane scorse al centro delle polemiche per le frasi giudicate come decontestualizzate e gravemente offensive pronunciate in diretta televisiva che descrivevano San Giovanni Paolo II come un uomo che “girava di notte”, alludendo forse a frequentazioni losche e poco chiare. Quando fu lo stesso segretario e biografo del Papa polacco oggi santo ad averle raccontate per primo in un libro. Dichiarazioni che lo stesso Pietro Orlandi sembra non volere ritrattare, continuando ad affermare che Wojtyla sarebbe stato a conoscenza della verità su sua sorella. Una posizione molto dura che oggi sembra sideralmente distante dal suo approccio nei confronti di Papa Francesco.

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(Ansa)

“Sapete che il 9 gennaio, a due giorni dai funerali di Papa Ratzinger, il Vaticano ha aperto un’inchiesta”, ha commentato ancora Pietro Orlandi. “Ci ha colpito in modo positivo. Erano anni che chiedevamo di essere ascoltati e poter verbalizzare. Eravamo in possesso di molti elementi nuovi, e quindi non vedevo l’ora di poter verbalizzare. Finalmente l’ho potuto fare l’11 aprile quando sono stato convocato dal promotore di giustizia. Un incontro che aspettavo da tempo. E lì ho potuto presentare anche una memoria che è stata protocollata, con tutto quello che avevamo trovato con l’avvocato negli ultimi anni”.

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