La ricercatrice e lo studente che partecipavano a questo esperimento sono in gravi condizioni. Il veicolo era un prototipo al centro di un progetto europeo
Una tragedia che col passare delle ore diventa sempre più grave. L’auto esplosa sulla tangenziale a Napoli era un prototipo, una ricerca che faceva parte di uno studio finanziato dalla Comunità Europea. Un progetto portato avanti dal Cnr che adesso ha avviato un’indagine interna sull’incidente per capire cosa sia accaduto. Un fatto grave visto che una vettura-prototipo su cui viaggiavano una ricercatrice del Cnr e un giovane laureando è esplosa all’improvviso.
Le condizioni delle due persone sono gravissime anche perché hanno riportato ustioni su tutto il corpo e sono ricoverati con prognosi riservata. Riccardo Chirone, direttore dell’istituto di ricerche sulla combustione che ha sede a Napoli, annuncia l’avvio dell’indagine e sottolinea come da parte del Cnr ci sia la massima disponibilità a collaborare con gli inquirenti per capire cosa fosse successo. La vettura esplosa, una Volkswagen Polo, è “un prototipo affidato all’università di Salerno per un progetto di ricerca europeo sulla ibridizzazione dei motori di cui il Cnr non è partner”, ha spiegato Chirone.
Non c’era nessuna bombola d’ossigeno dentro la macchina
Sui social sono intervenute tante persone per parlare di quello che era successo. Amici e colleghi delle due persone che in questi giorni sono ricoverati in ospedale in gravissime condizioni. E in tanti si sono interrogati su quello che poteva essere successo, con più di qualcuno che ha avanzato la possibilità che ci fosse addirittura una bombola ad ossigeno. Una specie di bomba portatile e pericolosa, ma sono intervenuti anche ricercatori del Cnr che hanno spiegato: “Nessuna “bombola di ossigeno”, come era stato subito ipotizzato: l’auto del Consiglio nazionale delle ricerche esplosa all’imbocco della tangenziale di Napoli non era un normale veicolo che trasportava attrezzature elettromedicali, bensì un prototipo di auto ibrida, alimentata dall’energia solare e dalla benzina, creato nell’ambito del progetto “Life” dell’Unione europea, elaborato in nome di quella che sembra essere diventato una ossessione dalle patri di Bruxelles, ovvero la transizione energetica”.
I due ricercatori sono ricoverati in prognosi riservata, all’ospedale Cardarelli di Napoli, i cui nomi sono Maria Vittoria Prati e Fulvio Filace, la ricercatrice e il tirocinante del Cnr che viaggiavano sull’auto. Le condizioni dell’ingegnere Prati, 66 anni, sono apparse subito critiche: ha ustioni su circa il 90 per cento del corpo. Gli organi interni del 25enne, laureando in ingegneria meccanica, invece pare siano illesi. I due lottano per la vita.