Donna italiana uccisa all’estero, nelle ultime ore è arrivata la condanna nei confronti del killer: i giudici non hanno avuto alcun dubbio sulla sua posizione
Si ritorna a parlare dell’omicidio che ha visto protagonista una nostra connazionale nella Repubblica Dominicana. La donna in questione è Claudia Lepore, uccisa il 21 gennaio di due anni fa a Santo Domingo. A toglierle la vita un uomo: si tratta di Antonio Lantigua, conosciuto come “El Chino“. Nelle ultime ore si è svolto il processo nei confronti del killer. A riportare la notizia ci ha pensato ‘La Gazzetta di Modena‘ (dopo aver citato il quotidiano locale ‘El Caribe‘). La vittima, originaria dell’Emilia-Romagna (precisamente di Carpi), venne uccisa dall’uomo dopo essere stata strangolata. Come riportato in precedenza, però, i giudici non hanno avuto assolutamente dubbi in merito alla posizione del colpevole.
Lantigua è stato condannato a 30 anni di carcere. I giudici caraibici lo hanno considerato come l’unico esecutore materiale dello strangolamento della donna. Anche perché è l’unico reo confesso di questo omicidio. Il corpo della donna venne trovato all’interno del frigorifero della sua abitazione. Lepore era stata torturata (visto che sono stati trovati segni importanti sul suo corpo), oltre ad essere legata ed imbavagliata. Ricordiamo che l’uomo ammise l’omicidio per un “vantaggio economico” (allo stesso tempo rimasto indeterminato) per via di una proprietà nella zona di Bàvaro.
Omicidio Claudia Lepore, killer condannato a 30 anni di carcere
La donna è stata uccisa a 59 anni. Nel 2009 aveva deciso di trasferirsi in Repubblica Dominicana per viverci e lavorarci (gestiva un locale sul male ed anche un B&B). Dopo il ritrovamento del corpo, da parte delle forze dell’ordine locali, l’uomo aveva confessato l’omicidio alla polizia locale. Allo stesso tempo, però, rivelò due importanti dettagli: ovvero il coinvolgimento di altrettanti italiani. Si tratta di una donna (conoscente della vittima) ed anche di un socio in affari (che conosceva bene Lepore).
Entrambi residenti a Santo Domingo. Gli stessi che, in un primo momento, erano stati prima indagati e poi prosciolti. Una ipotesi, quella per conto di mandanti dietro il pagamento di 200mila pesos locali (3.300€), che venne subito tolta di mezzo. L’accusa aveva ipotizzato un’associazione a delinquere tra il killer e gli altri due italiani. Una testi che, però, non ha convinto i giudici che hanno deciso di punire solamente “El Chino”.