Elly Schlein ritorna a parlare e lo fa in un’intervista a ‘La Stampa’. La segretaria del Pd ha duramente attaccato il governo Meloni.
Elly Schlein ritorna all’attacco e lo fa attraverso un’intervista a La Stampa. A margine di un evento ad uno dei circoli del Pd di Roma, la segretaria dem fa il punto sulle ultime vicende criticando alcune decisioni prese da questa maggioranza.
“Questo esecutivo vive di rinvii, che servono a nascondere le loro contraddizioni – sottolinea Schlein – ma facendo così non si aumentano i salari o si contrasta l’inflazione o ancora si affronta l’emergenza climatica. Di un governo simile il nostro Paese se ne fa poco, soprattutto quelli che hanno voglia di ripartire“.
Schlein e la necessità di avere opposizioni unite
La segretaria del Pd torna anche sulla proposta delle opposizioni sul salario minimo: “E’ un segnale forte, ora il governo non può più voltarsi dall’altra parte. Il passo indietro di Renzi? Siamo molto soddisfatti del lavoro fatto. Abbiamo la responsabilità di trovare punti di convergenza tra i partiti che vogliono costruire l’alternativa a questo governo e il cammino intrapreso è quello giusto“.
Poi da parte della Schlein uno sguardo agli ultimi sondaggi: “Non mi interessano i numeri. In questo momento l’obiettivo è far tornare le persone a votare e quindi guardo solo al distacco dalla politica e quindi tutti i cittadini che non vanno a votare“.
“Ecco come battere il governo Meloni”
La numero uno del Nazareno ha anche una ricetta per cercare di battere la destra: “Da soli non andiamo da nessuna parte. E’ vero che il Pd è in crescita, ma non siamo autosufficienti. Per farcela bisogna costruire dei percorsi credibili sia a livello politico che civico“.
Elly Schlein ritorna anche sulle vicende successe ultimamente criticando le scelte del governo: “Nell’ultima settimana la maggioranza è andata sotto in commissione sul dl Lavoro anche se poi sono riusciti ad approvarlo, hanno disertato il voto sul Mes, cosa mai vista, ed è uscita fuori la vicenda imbarazzante della Santanchè. Ci sono ministri che si sono dimessi per molto meno“.