Caos in Francia, in merito a quanto sta accadendo nel Paese transalpino ne ha voluto parlare Nicola Molteni. L’attuale sottosegretario all’Interno ha rilasciato una intervista ai microfoni del quotidiano “Il Giornale”
In Francia sta succedendo un vero e proprio caos. Soprattutto in merito all’uccisione del 17enne Nahel da parte di un agente di polizia. Nel Paese transalpino (in molte città) la situazione non è affatto delle migliori visto che continuano a scattare gli arresti. In merito a quanto sta accadendo anche dall’Italia sono arrivate pensieri e considerazioni. In particolar modo da Nicola Molteni. L’attuale sottosegretario all’Interno ha espresso il suo pensiero in una intervista che ha rilasciato al quotidiano “Il Giornale”. Le sue dichiarazioni non sono affatto passate inosservate.
Queste sono alcune delle sue parole a riguardo: “Italia come Francia? Situazione diversa. Se non si risolve il fenomeno migratorio il Paese potrebbe andare incontro a molte difficoltà. Non è affatto la prima volta che episodi del genere si verifichino lì, basti pensare al 2005 con una rivolta in cui vennero date alle fiamme le banlieue della periferia di Parigi. Possiamo confermare che il modello delle ‘porte aperte’ è stato fallimentare. Così come l’integrazione. Le periferie sono diventate terra di nessuno. Regna l’illegalità. L’Italia e l’Europa devono cercare di gestire l’ondata migratoria“.
Molteni: “Vertice Bruxelles? Sono soddisfatto”
In merito al vertice europeo di Bruxelles, con tanto di accordo con la Tunisia, il sottosegretario ha espresso la sua soddisfazione: “Per due motivi. Il primo è che abbiamo orientato in questi otto mesi l’agenda europea. La seconda è che se tendiamo a regolare le partenze dobbiamo stabilire accordi con i singoli Paesi, proprio come il modello con la Tunisia. Dobbiamo continuare a sostenerla. Non è solamente un problema dell’Italia, ma dell’Europa intera“.
In conclusione si è soffermato, ancora una volta, sulla questione relativa all’integrazione: “In Francia vediamo banlieue sottratte al controllo della legge. Nel nostro Paese non è affatto così, segno del fatto che dobbiamo continuare a vigilare. L’obiettivo è quello di puntare sul lavoro e cercare l’equilibrio che riguardano i diritti e doveri. Non puoi venire in Italia e fare come ti pare. Devono essere rispettare delle regole. Da non confondere il fatto che molti reati vengono commessi da giovani, figli di immigrati ma nati in Italia“.