Il Vescovo che celebra i funerali: “La famiglia giustamente chiede giustizia. Non posso obbligare nessuno a perdonare. Ma da credente dico che dove c’è perdono, oltre alla ferita, c’è un cuore libero”
Aspettava l’arrivo del feretro di Michelle Causo seduto tra i banchi della chiesa in via di Torrevecchia 1104. Raccolto in preghiera prima di officiare il rito funebre per questa ragazzina strappata alla vita una settimana fa. Uccisa con 20 coltellate che le hanno sfigurato anche il volto. Da un coetaneo, ora accusato dell’omicidio. Baldo Reina, vescovo ausiliare della Diocesi di Roma, ha voluto parlare a Notizie.com di dolore, perdono, giustizia.
“Come si può stare accanto ad una famiglia che ha sopportato un dolore così grande? Io sono stato diverse volte a casa di Michelle. In questi casi – esordisce il Vescovo Reina – la cosa che conta è la vicinanza, la possibilità di non far sentire le persone sole. Ci sentiamo tutti sconquassati per quello che è successo. Ogni omicidio è gravissimo, ma uccidere una ragazza in questo modo è di una brutalità inaudita, quasi animalesca. E abbiamo il dovere di interrogarci su cosa sta succedendo. Al di là del fatto di cronaca e di ciò che farà la Giustizia. Evidentemente è saltato un sistema: un sistema valoriale, di ragionamento sulla sacralità e rispetto della vita. Sono saltati i pilasti che per quelli della mia generazione erano fondamentali. Abbiamo il dovere di ribadirli e rimetterli al centro della nostra vita. Oggi abbiamo tante difficoltà e poche certezze nella nostra vita”.
Il padre di Michelle ha chiesto più volte Giustizia. Un tema che si mischia a quello del perdono: “Il perdono è difficile per tutti, anche per chi è credente. E’ l’unica arma che spezza il cerchio malefico del male. Gesù ce l’ha insegnato in croce. Dobbiamo avere rispetto per la famiglia: se chiedono Giustizia, è giusto che si faccia di tutto per averla. Sul tema del perdono, da credente posso indicare questa come soluzione che ricuce il cuore e le ferite. Non posso obbligarla. E’ una scelta dolorosa che richiede tanto tempo. Dove c’è il perdono rimane la ferita, ma il cuore è libero. Dove non c’è perdono, il cuore rimane ingarbugliato”.
Ultimo pensiero dedicato al presunto assassino di Michelle: “Io sto pregando tanto per questo ragazzo. Penso che qualcosa nella sua testa non abbia funzionato. Io mi sto limitando nella preghiera. Più di questo non posso fare: spero che sia consapevole, che collabori con la giustizia e che si rimetta in gioco. Dopo di che, resta lo sgomento per quello che è successo”.