I legali della ragazza uccisa stanno lavorando per ottenere giustizia: “Non siamo sicuri che l’assassino abbia agito da solo”
Rabbia e frustrazione per una morte che è arrivata troppo presto, ma al tempo stesso tanta voglia di giustizia e, soprattutto, di conoscere la verità. È questo adesso l’obiettivo della famiglia di Michelle, la ragazza di 17 anni picchiata e ferita con almeno sei coltellate al torace, alle spalle e all’addome (e altrettante lesioni più superficiali procurate nel tentativo estremo di parare i colpi), da un minorenne che adesso è recluso nel carcere minorile di Casal del Marmo. Lo ha spiegato l’avvocato Antonio Nebuloso, in rappresentanza del padre della ragazza uccisa: “Siamo in attesa dell’inizio dell’indagine, dall’esito della quale si faranno le valutazioni circa l’andamento delle cose. Non trapela nulla, abbiamo a che fare con il pm Di Stasio, giustamente molto chiusa nelle indagini. Oggi non siamo in grado di verificare gli atti e tra l’altro inizieranno a breve indagini sui telefoni. Immagino stiano facendo anche dei sopralluoghi nell’appartamento, dai quali si spera che si riesca a tirare fuori come sono andate le cose, fermo restando che non ci sono giustificazioni che possano spiegare un delitto del genere“.
L’avvocato spiega però quali sono i dubbi della difesa: “Vogliamo capire se ha agito solo lui o se in presenza di altre persone. Se c’è questo sospetto? È una nostra ipotesi, un dubbio che abbiamo. Perché considerando la struttura della ragazza e come si è sviluppato il trasporto del cadavere, questo ci ha fatto pensare che qualcosa possa non tornare e che l’indiziato possa non aver agito da solo. Sia al compimento del delitto, sia quando ha cercato di occultare il cadavere”.
Poi ha concluso: “La famiglia chiede da un lato che venga accertata la realtà e dall’altra che la giustizia sia sana, giusta e sanzionatoria. Rispetto alla perdita di una figlia in tenera età ci si aspetta una risposta importante da parte della giustizia“.
Gli avvocati dei genitori di Michelle
Dello stesso avviso Claudia Di Brigida, l’avvocato della madre di Michelle: “La famiglia chiede legittimamente giustizia e che questa vicenda sia gestita con serietà e rigore. Noi siamo presenti con questo ruolo, per affermare l’esigenza di giustizia e verità della famiglia, con una ricostruzione della verità più rispettosa possibile della vita di questa povera ragazza morta nel modo che sappiamo. Il perdono? Preliminarmente non mi sembra che qualcuno abbia chiesto perdono. Poi attiene alla sfera intima e personale e presuppone un percorso di rieducazione, complesso che non credo rilevi in questo momento“.
Riguardo le varie voci e ricostruzioni fatte negli ultimi giorni sui social, questa la posizione: “In alcune vicende la famiglia non riconosce la ragazza, anche per questo abbiamo dovuto mettere un punto e arginare questa deriva di dichiarazioni non verificate, personalistiche, ipotetiche, a cui è stata data anche amplificazione. Noi come legali dobbiamo fare riferimento a dati certi e al momento ne abbiamo pochissimi. Sarebbe poco serio parlare per ipotesi o anche dando voce a illazioni. Querele in vista? La famiglia in questo momento ha desiderio solo di avere dati certi su quello che è successo quel giorno. Non hanno intenti persecutori, di vendita, né noi cavalcheremo determinati impulsi“.
Il nonno di Michelle, comunque, ha voluto sottolineare che “quello che è stato detto in questi giorni è tutto frutto di invenzioni“.