Assurdità Alimentari, Capocasa e Venier ci raccontano il mondo delle fake sulla nutrizione

Assurdità Alimentari: dalle fake news alla scienza della nutrizione, questo è il nuovo libro di Marco Capocasa e Davide Venier che racconta il mondo delle falsità sulla nutrizione.

Abbiamo avuto la possibilità di intervistare i due autori che ci hanno raccontato con grande intelligenza e preparazione un mondo che sta diventando sempre più complicato nella gestione delle informazioni.

Assurdità Alimentari, le parole in esclusiva
Assurdità Alimentari, intervista in esclusiva (Notizie.com)

Come nasce l’esigenza di scrivere Assurdità Alimentari?
MC e DV: Assurdità alimentari nasce dal fatto che nella nostra attività quotidiana come professionisti della nutrizione incontriamo frequentemente pazienti che ci riferiscono di seguire “pratiche alimentari” che riproducono proprio quelle “bufale” di cui abbiamo trattato nel libro. Questo ci ha spinto a voler dare un piccolo contributo per contrastare queste pratiche scorrette, non solo attraverso la nostra attività ambulatoriale ma anche mediante la divulgazione scientifica.

Scrivere un libro a quattro mani è sempre complesso, come vi siete organizzati?
MC: Inizialmente ci siamo suddivisi i compiti. Personalmente mi sono dedicato soprattutto alla prima parte del libro, quella riguardante il rapporto tra nutrizione ed evoluzione umana, mentre Davide si è dedicato maggiormente alla seconda parte, quella delle “assurdità alimentari”. Successivamente ci siamo scambiati più volte il materiale e abbiamo apportato modifiche, correzioni e aggiunte al testo, contribuendo così entrambi a tutto il lavoro.

Potete raccontarci qualcosa in più di voi e del vostro percorso fino a questo interessante saggio?
MC: io sono vice-segretario dell’Istituto Italiano di Antropologia e come antropologo mi occupo dello studio delle relazioni fra strutture sociali e diversità genetica delle popolazioni umane e della condivisione del sapere scientifico in ambito antropologico e biomedico. Al tempo stesso, svolgo la libera professione di biologo nutrizionista. Ho pubblicato numerosi lavori su riviste scientifiche internazionali e, insieme a Giovanni Destro Bisol, due libri di divulgazione scientifica: Italiani. Come il DNA ci aiuta a capire chi siamo (Carocci, 2016) e Intervista impossibile al DNA (Il Mulino, 2018). Il lavoro svolto con Davide per Assurdità alimentari è stato per me un’occasione per dedicarmi ad un tema che rappresenta il punto di incontro fra la mia attività in ambito antropologico e quella come nutrizionista.
DV: io sono un Dietista, svolgo attività in libera professione a Roma e sempre nella stessa città lavoro presso il Policlinico Casilino nell’ambito del servizio Ospedale Amico. Negli anni ho sviluppato un forte interesse rispetto alla corretta divulgazione scientifica e cerco di impegnarmi anche su questo fronte reputandolo uno strumento importante per la promozione delle corrette pratiche alimentari anche al di fuori dell’attività lavorativa che prevede il contatto diretto con il paziente.

Con l’avvento di Internet quanto è cambiata la nostra alimentazione?
DV: Con l’avvento di Internet l’alimentazione di molti ha subito una sorta di contaminazione, nel senso che la quotidianità alimentare è stata vittima, mediante la promozione di pratiche e modelli alimentari senza senso, di aggiunte o rinunce che non hanno nulla a che vedere con le buone pratiche nutrizionali valutate scientificamente. Delle vere e proprie assurdità che con il tempo sono riuscite a guadagnare spazio e fiducia, tanto da essere percepite come vere e salutari.

Un tempo non c’erano cibi “senza olio di palma”, “senza zuccheri aggiunti”, “senza glutine”. Non c’era tutta questa attenzione alla differenza tra tuorlo e albume, tra carne rossa e bianca. La gente mangiava in una maniera totalmente diversa eppure la maggior parte dei nostri nonni era più sana di noi. Come mai sono nate tutte queste diciture e quali ha senso seguire?
DV: Più che concentrarsi sulle singole diciture è importante che il consumatore abbia gli strumenti per distinguere le buone pratiche alimentari da quei messaggi promozionali che hanno invece lo scopo di vendere un prodotto. Spesso infatti le diciture, pur affermando una caratteristica effettiva dell’alimento a cui si riferiscono, producono nel consumatore più ingenuo delle aspettative irrealistiche rispetto al prodotto stesso. Il consumatore in questione può ad esempio considerare un prodotto “senza zuccheri aggiunti” o “senza olio di palma” come più sano di quanto all’effettivo sia. È importante quindi riconoscere le qualità complessive di un alimento e non farsi attrarre da una singola dicitura.

A cosa ci porterà la disinformazione in fatto di nutrizione nei prossimi anni?
MC e DV: come abbiamo precedentemente affermato, molte persone mettono a rischio il loro stato di salute seguendo modelli alimentari inadatti alle loro esigenze, a volte privandosi anche di alimenti (per esempio i latticini e i cibi contenenti glutine) pur non avendo svolto gli specifici esami diagnostici per sapere se stanno facendo la cosa giusta. Se la diffusione della disinformazione in ambito alimentare e nutrizionale, soprattutto attraverso i media e i social network, non verrà seriamente contrastata, la situazione non potrà che peggiorare. Da questo punto di vista riteniamo sia fondamentale il ruolo dei professionisti della nutrizione.

Se si trovasse di fronte a una persona che ha un’alimentazione scorretta e cerca di informarsi attraverso il web cosa le consiglierebbe?
MC e DV: Questa situazione ci capita quasi ogni giorno nella nostra attività professionale. Il nostro impegno quotidiano è soprattutto quello di fornire le corrette informazioni ai pazienti, indirizzandoli alla consultazione di fonti attendibili e facilmente reperibili, come lo sono per esempio le Linee Guida per una Sana Alimentazione del CREA, al fine proprio di dissuaderli dal seguire pratiche scorrette e potenzialmente rischiose per la salute.

Avete altri lavori in cantiere?
MC e DV: Attualmente stiamo lavorando ad alcuni articoli riguardanti il tema della disinformazione scientifica in ambito alimentare e nutrizionale, e stiamo inoltre iniziando a sviluppare un nuovo libro del quale riteniamo però sia ancora prematuro esporre i contenuti.

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