Intervista a La Stampa per Pier Silvio Berlusconi. L’attuale numero uno di Mediaset esclude un suo ingresso in politica al posto del padre.
Non sarà Pier Silvio Berlusconi a prendere il posto dell’ex premier. In un’intervista a La Stampa il figlio del Cavaliere ha escluso un suo ‘sbarco’ in Parlamento oppure in Forza Italia: “Non ho intenzione di scendere in politica“.
Nonostante un mancato impegno in prima persona, Pier Silvio attraverso il quotidiano torinese ha analizzato il momento di Forza Italia: “Quando uno decide di entrare in politica lo fa per dare un servizio agli italiani. In questo momento non vedo nessuna urgenza. Abbiamo per la prima volta dopo tanti anni un governo votato dai cittadini e che sta facendo molto bene. E su FI dico che deve continuare a garantire la stabilità a questo esecutivo”.
Pier Silvio Berlusconi: “Il mio futuro è a Mediaset”
Il futuro di Pier Silvio Berlusconi è a Mediaset. “Oggi l’azienda sta attraversando un momento importantissimo – ha garantito in questo colloquio – e ritengo che io debba rimanere lì a fare il mio mestiere“.
Nessuna intenzione quindi da parte della famiglia Berlusconi di fare un passo indietro. “Se mi chiedete se si è parlato di una cessione vi dico di no – ha garantito Pier Silvio – e le voci e le indiscrezioni uscite in questi giorni mi hanno dato assolutamente fastidio. In famiglia c’è compattezza, ci vogliamo bene e ognuno fa il proprio mestiere“.
“Fusione con Cairo? Vi spiego perché non funzionerebbe”
Nelle ultime ore si è parlato anche di una possibile fusione con Cairo. Ipotesi esclusa da Pier Silvio a La Stampa: “Io con lui ho un bellissimo rapporto. Ma devo dire che anche da parte sua c’è stata una smentita. Non so proprio come escono alcune voci“.
“Ma anche se ci fosse – ha aggiunto Berlusconi – che cosa ci sarebbe? Mondadori con Rcs? Rcs con Mediaset mi sembra una fusione un po’ pericolosa anche per i valori in ballo. In caso di unione, ci mangeremmo Rcs. Non voglio esagerare, ma alla fine è così. In ogni caso lui l’ha chiamata fanta-televisione e io parlo di fanta-editoria“.
