Filippo Facci, durante un’intervista di Francesca Fagnani per La Stampa, ha fatto il punto della complicata situazione in cui si è “ritrovato”.
Prosegue la bufera intorno a Filippo Facci, giornalista dell’area di destra, che negli scorsi giorni è stato al centro delle critiche a causa di un articolo controverso sulla vicenda La Russa.
Secondo Facci, la sua figura è stata presa di mira così da avere un argomento in più per attaccare il governo Meloni, ma le conseguenze sulla sua vita privata potrebbero essere devastanti.
Il controverso articolo su La Russa
Oltre al messaggio complessivo del pezzo scritto da Facci, già borderline, la sinistra, e più in generale la gran parte del genere femminile, si è risentito per un passaggio in particolare dell’articolo, in cui il giornalista scriveva: “Risulterà che una ragazza di 22 anni era indubbiamente fatta di cocaina prima di essere fatta anche da Leonardo Apache La Russa”, parole forti, che hanno indignato svariati lettori e, sostanzialmente, tutte le lettrici. Sulle reazioni così drastiche all’articolo, Facci ha dichiarato: “Il mio non è un dispiacere ruffiano, non è un pentimento all’italiana, rivendico l’articolo, che è migliore di tanti altri, anzi ottimo come hanno riconosciuto più a sinistra che a destra. Mi hanno scritto moltissimi colleghi importanti di sinistra. Ovviamente solo in forna privata. A destra sono guardato con sospetto e a sinistra comunque mi considerano inaffidabile perché appartengo all’altra parte, ma io non sono fascista in alcun modo, mai stato. Ogni volta soffro ad essere dipinto così”. Sui nomi dei giornalisti di sinistra che gli hanno scritto, preferisce lasciar stare.
Facci poi commenta il passaggio più controverso del suo pezzo: “Non è nemmeno il mio stile, non so cosa ca**o mi è preso. Ma comunque non chiederei scusa di nulla, non è stata capita la frase, è stata usata come pretesto. come una barzelletta che non fa ridere. Se c’è bisogno di attaccarsi ad una frasetta per attribuirmi, come ha fatto Sandro Ruotolo, quattro reati come sessismo, razzismo, apologia del fascismo e vittimizzazione secondaria interroghiamoci sul sistema non su uno svarione stilistico”, dunque Facci si pente di aver adottato uno stile fin troppo feltriano e poi, alla domanda se in realtà quello non sia realmente il suo stile, ribatte infastidito: “Quale stile? Ma quale stile? Andate in libreria, dove è in vendita un mio libro (La guerra dei trent’anni. 1992-2022) che farà letteralmente storia, altro che è il mio stile, l’inciampo di una frasetta del ca**o, inconsistente, in cui semplicemente si sostiene che una persona ha preso cocaina e un’altra ci è andata a letto”.
Facci conferma il contenuto, ma non la forma
A questo punto, si entra nel merito della questione, su cui Facci pare confermare con insistenza la propria posizione precedentemente espressa: “Ma chi l’ha detto che non era cosciente, dalle analisi risulta che ha preso quattro sostanze ma non il Ghb, la droga dello stupro e nemmeno il Rivotril. Si era fatta due piste di cocaina, che è la droga di chi lavora, non di chi deve astrarsi dalla realtà e sballarsi, la usano gli atleti, i piloti. Ha preso droghe che danno sostegno e brio, che amplificano la volontà, non il contrario. Aveva anche assunto lo Xanax che si usa anche per placare l’ansia e il batticuore provocato dalla cocaina. Questo le si ritorcerà contro nel processo, è una questione ovvia. Ripeto, sono droghe che aumentano l’attenzione e lo stato di eccitazione, ti fanno fare quello che vuoi tipo baciare Leonardo Apache prima di smettere di ricordarsi quello che è successo”. Poi Facci conferma di conoscere bene gli effetti della cocaina: “Conosco bene Milano e 15 anni fa ho assunto droghe per fare un’esperienza, cosi come ho scalato il Monte Bianco, ho fatto bungee jumping e tante altre cose. L’ho presa per un po’, poi ho smesso, non sono mai stato dipendente e conosco gli effetti del rivotril perché l’ho preso come antidolorifico dopo un’operazione alla schiena”.
Gli attacchi alla vita privata e al lavoro in Rai
E sul suo nuovo programma in Rai, che ora sembra traballare, dice: “Ho ricevuto una telefonata che non è servita a niente, volevano sapere che aria tirava. In Rai adesso rispetto a questa storia si trovano in un in un doppio vicolo cieco: non possono cedere per una cretinata del genere, ma allo stesso momento le donne della Rai sono tutte contro di me”. Facci prosegue, parlando dell’importanza di avere questo programma in Rai: “Quel lavoro mi farebbe comodo dal punto di vista alimentare, altrimenti ti assicuro che avrei fatto un passo indietro da solo, non voglio stare l’ha difendere la mia rubrichina. Mantengo diverse persone. Molti pensano all’egemonia culturale, ma per me vale solo quella del rosso in banca, per questo sto traslocando. Vada come vada. Mi ritrovo cornuto e mazziato”.
SI finisce parlando del chiacchierato presunto stalking che Facci avrebbe fatto alla ex moglie, di cui ha detto: “L’ho lasciata nel 2019, era una no-vax e per le sue idee ha fatto prendere il Covid ai miei figli, ho reagito a questo e solo via mail. Dov è lo stalking, dove?”. Facci conclude, parlando di ciò che gli ha causato più dispiacere: “Essere associato alla ministra Roccella, persona di cui ho scritto le peggiori cose, io che sono radicale, proprio perché non si fanno distinzioni nel bipolarismo del cretinismo”.