Il presidente Mattarella non sembra essere pienamente convinto dalla riforma fatta dal ministro Nordio sulla Giustizia. Sono due gli articoli nel mirino.
Il dibattito politico sulla riforma della Giustizia continua ad essere molto acceso e, secondo quanto riferito dal Corriere della Sera, anche il presidente Mattarella non sarebbe pienamente convinto delle scelte fatte dal ministro Nordio. Nessuna criticità costituzionale, ma solamente dei dubbi platonici che non dovrebbero bloccare il percorso.
Inoltre, dal Colle hanno anche fatto sapere che non si tratta di un decreto legge e, di conseguenza, è previsto un lungo passaggio parlamentare prima del via libera definitivo. Cosa significa? Che ci potranno essere delle modifiche e non è da escludere che alcune di queste seguiranno le indicazioni del Quirinale. Sicuramente le perplessità non mancano, ma per il momento non c’è nessuna criticità che bloccherà la riforma.
Quali sono gli articoli nel mirino del Quirinale?
Ma quali sono le parti che suscitano qualche perplessità al presidente della Repubblica? Stando a quanto riferito dal Corriere della Sera, sono due diciamo gli articoli che sembrano non essere pienamente condivisi dal Capo dello Stato e riguardano l’abrogazione del reato d’abuso d’ufficio e quello del traffico di influenze.
Secondo il Colle, questi due articoli sono incompatibili con lo spirito del tempo oltre che potrebbero creare anche dei possibili attriti con l’Unione Europea. Da parte del Quirinale, comunque, c’è fiducia sulla possibilità di arrivare ad un accordo durante il processo parlamentare.
Il lungo iter parlamentare
Come detto in precedenza, il presidente della Repubblica non bloccherà la riforma. Mattarella nei prossimi giorni firmerà, come atto dovuto, l’autorizzazione per iniziare la discussione del ddl Nordio in Parlamento e solamente al termine della discussione alla Camera e al Senato sarà chiamato a prendere una decisione sul provvedimento.
Ad oggi non ci sono rilievi costituzionali da fare e, quindi, non sono previste particolari modifiche. Solo i due articoli detti in precedenza preoccupano un po’ il Colle e non è da escludere nell’incontro previsto domani al Quirinale tra il presidente e il premier Meloni non si discuta proprio di questo.