L’estate italiana inizia a spaventare anche i più scettici e, a parlarne, ecco Antonello Pasini, climatologo del Cnr.
Anche gli scettici, nelle ultime settimane, hanno iniziato a farsi qualche domanda a causa delle evidenti anomalie meteorologiche che si sono manifestate in Italia. Picchi di caldo così alti, difficilmente sono stati raggiunti in precedenza, soprattutto per la costanza di queste temperature.
A parlarne, durante un’intervista al Corriere della Sera, ecco Antonello Pasini, primo ricercatore e Fisico del clima del Consiglio nazionale ricerche (Cnr) oltre che docente di Fisica del clima all’Università di Roma Tre.
Le anomalie e cosa possiamo fare
Si inizia parlando delle impressionanti velocità raggiunte dalle raffiche di vento, che hanno toccato i 150 chilometri orari: “Si formano perché si sommano simultaneamente diverse condizioni: elevato contenuto di umidità, forte gradiente verticale di temperatura, ovvero la presenza di instabilità atmosferica, forte variazione della direzione e dell’intensità del vento, altezza. Un’altezza elevata delle nubi favorisce il temporale a super cella che caratterizza eventi più intensi come la grandine. I tornado hanno la forma di un ‘imbuto’ che esce sotto una nube e una forza che può spazzare via tutto quello che incontra anche per un ampio raggio. Per capire l’intensità di quello di ieri bisogna aspettare i rilievi e anche i danni procurati”. Ecco poi la disamina sulla sempre più frequente formazione di tornando in Italia: “In linea di principio, a causa del riscaldamento globale di origine antropica ciò è causato dalle emissioni di gas serra tramite le combustioni fossili e danni da agricoltura non sostenibile che hanno aumentato la temperatura media globale. A causa di ciò, nel Mediterraneo, è cambiata la circolazione dell’aria. Per decenni le nostre estati sono state protette dalle perturbazioni dall’anticiclone delle Azzorre: creava una sorta di cuscinetto di aria stabile che mitigava l’aria fredda del Nord Europa e il caldo africano”.
Il professore, avanza poi una previsione per il futuro delle nostre estati: “Il riscaldamento globale ha provato l’espansione verso il Nord Europa della circolazione d’aria calda. Ora gli anticicloni che stazionavano stabili sul deserto del Sahara. Entrano nel Mediterraneo e in Italia. Il mare e il suolo si scaldano tanto e quando il caldo si ritira, com’è successo sulle Alpi negli ultimi tre giorni e forse oggi, si infiltrano delle correnti più fresche, si crea un contrasto termico molto forte e arrivano temporali molto intensi o tornado”. Infine, la sentenza del professore su cosa può fare l’uomo in merito. “Mitigare le emissioni di gas serra. Il mondo si è riscaldato in media di un grado ma l’Italia circa di 2,3°. Peggio di noi ha fatto solo il Polo Nord. Bisogna agire subito. Se si arriva a 4-5 gradi la situazione diventarà ingestibile. Serve rendere i territori meno vulnerabili, insegnare come adattarsi al clima ed educare alla prevenzione del rischio, spiegando cosa fare durante tornado, pioggia di fulmini, grandinate o alluvioni”.