L’attivista egiziano è arrivato poco prima delle 17 a Milano per poi trasferirsi a Bologna
Il ritorno. Patrick Zaki è atterrato alle 16.48 all’aeroporto di Malpensa, su un volo Egyptair partito dal Cairo alle 13.14 ora italiana. Lui euforico e circondato da affetto: “Grazie a tutti, sono contento di essere in Italia, ci vediamo a Bologna. E’ il giorno più importante della mia vita”. Sono state queste le uniche parole del ricercatore. Alla partenza, all’aeroporto del Cairo, non c’è da segnalare alcun problema, tutto è andato piuttosto tranquillo. Il ricercatore egiziano, che ha ottenuto la grazia dopo la condanna a tre anni di carcere, ha così potuto lasciare il suo paese alla volta dell’Italia. Insieme a lui, la fidanzata Rény Iskander e la sorella Marise.
Il giovane, almeno stando a quanto riferito dall’Adnkronos, ha deciso di non incontrare la stampa al suo arrivo a Milano. Una posizione in linea con la scelta dei giorni scorsi quando ha preferito ritornare in Italia con un volo di linea.
Il programma del ritorno di Patrick Zaki in Italia
Ad oggi non si hanno certezze sull’orario dell’arrivo di Patrick Zaki a Milano. Molto probabilmente, guardando anche agli impegni che l’attivista subito dopo, lo ‘sbarco’ del ricercatore egiziano nel nostro Paese dovrebbe avvenire nel tardo pomeriggio. Infatti, alle 20:30 è prevista una conferenza stampa presso il rettorato dell’università di Bologna con il rettore, la professoressa Rita Monticelli.
Al termine di questo appuntamento, Zaki si godrà qualche giorno di relax nella città felsinea visto che, almeno al momento, non sono previsti altri incontri fino a domenica 30 luglio quando, d’intesa con il Comune di Bologna, è stata organizzata una festa pubblica in Piazza Maggiore con inizio alle ore 20. Un’occasione per salutare Zaki visto il suo ritorno in Egitto per sbrigare le ultime cose prima del matrimonio.
Meloni: “La scarcerazione di Zaki per noi era un obiettivo importante”
Liberazione di Zaki che è stata affrontata dal premier Meloni in un’intervista al TG1: “Per noi era un obiettivo importante e sono felice di averlo raggiunto. Non mi aspetto nessuna riconoscenza, ma era giusto farlo“.
“E’ un risultato che abbiamo raggiunto con pazienza – ha detto ancora il presidente del Consiglio – la grazia concessa è un altro segno di rispetto che il nostro Paese ha in questo momento. Si tratta di un approccio completamente differente con i Paesi del Nord Africa“.