La proposta di legge sul salario minimo “non rischia di schiacciare al ribasso la dinamica contributiva“.
Secondo la maggioranza invece, crea un pericolo di fuga dalla contrattazione collettiva. “La destra non ha letto la nostra legge, che è una frusta nelle mani dei sindacati dei lavoratori per contrattare meglio”.
Sono le parole di Arturo Scotto, capogruppo Pd in Commissione lavoro alla Camera, interpellato da Notizie.com. La proposta di legge delle opposizioni (senza Italia Viva), in realtà contiene anche “il trattamento economico complessivo: ferie, malattie, tredicesima, quattordicesima, salario accessorio, il tfr ecc. Il problema della destra è che non vuole il salario minimo a 9 euro perché pensa che i contratti debbano continuare a stare sotto questa soglia”.
Dopo il non-voto dell’emendamento soppressivo del salario minimo in Commissione lavoro di martedì, la pdl sul salario minimo è arrivata alla Camera. Il centrodestra ha chiesto lo slittamento di 60 giorni della discussione, che verrà votato la prossima settimana.
“È prerogativa della maggioranza presentare una proposta di rinvio per spostare la discussione. Hanno i numeri, dunque la voteranno. Però è sintomo di difficoltà politica: pensavano di votare l’emendamento soppressivo del salario minimo in 20 minuti, ma poi hanno dovuto confrontarsi con un’opposizione coesa sul piano politico e granitica sul piano tattico, che ha impedito di votare l’emendamento. Dunque, in Aula è arrivato il testo base delle opposizioni senza che la Commissione abbia votato. Ci troviamo di fronte a un nostro successo: per la prima volta la destra insegue attorno a un tema che incrocia la vita reale di milioni di persone, ed è costretta a confrontarsi con la prima grande emergenza di questo Paese: il lavoro povero”;
Nel dibattito di questi giorni, più volte i rappresentanti di maggioranza e governo hanno dichiarato che l’obiettivo di affrontare il tema del lavoro povero è comune tra centrodestra e centrosinistra.
“Contesto l’idea che sul lavoro povero abbiamo un obiettivo condiviso con la destra. Nel dl lavoro hanno liberalizzato i contratti a termine, allargato l’uso dei voucher, introdotto misure gravissime come quelle sui lavoratori delle piattaforme, dove viene negata qualsiasi forma di trasparenza sui contratti, l’organizzazione professionale, le ore lavorate. Non mi pare che la destra abbia in testa il sostegno al lavoro povero. Al contrario, sembra che abbia in testa l’idea di competizione su scala globale, fondata su salari bassi e sulla compressione dei diritti dei lavoratori, lo dimostrano tutti gli atti. Inoltre, sul salario minimo non ha una proposta”;
Come risolvere il problema del lavoro povero? Le opposizioni puntano al salario minimo, la maggioranza al rafforzamento della contrattazione collettiva.
“Improvvisamente la destra si è convertita sull’idea della contrattazione collettiva, ma al momento non mi pare ci siano atti che vanno a favore di quest’ultima. E penso a una legge sulla rappresentanza, che spazzi via i contratti pirata firmati dai sindacati gialli. Siamo alle declamazioni”;
Qualcuno della maggioranza ha accusato il Pd di aver abbandonato la contrattazione collettiva.
“Non c’è alcuna contrapposizione tra salario minimo e contrattazione collettiva nazionale. La nostra proposta di legge la rafforza, mettendo al centro i contratti comparativamente più rappresentativi. Poi ci sono altri elementi di certezza”;
Quali?
“Il salario minimo in Europa non è alternativo alla contrattazione collettiva. Altrimenti bisognerebbe sostenere che la Germania – che ha il salario minimo e anche il sindacato più forte d’Europa – ha indebolito la contrattazione. Non è vero, anzi al contrario, il sindacato contratta meglio. Basti vedere l’accordo del 18 novembre 2022 per quasi 4 milioni di lavoratori metalmeccanici, che introduce un aumento salariale dell’8,5%. Quindi che salario minimo e contrattazione collettivi sono contrapposti, è una frottola: la destra ha sempre investito sulla disintermediazione ed oggi fa fatica ad avere un rapporto con i sindacati. Se proprio vogliono rinnovare e rafforzare i contratti, cominciassero da quelli del pubblico impiego: 2,6 milioni di lavoratori continuano ad aspettarlo e parliamo dell’ossatura di questo Paese”;
Secondo la maggioranza, il rischio di introdurre il salario minimo a 9 euro potrebbe schiacciare al ribasso la dinamica contributiva.
“La destra non ha letto la nostra legge, che in realtà aggancia il salario minimo orario ai contratti comparativamente più rappresentativi. È un frusta nelle mani dei sindacati dei lavoratori per trattare meglio. Il problema della destra è che non vuole il salario minimo con la soglia dei 9 euro perché pensa che i contratti debbano continuare a stare sotto questa soglia. Parliamo dei minimi tabellari. La proposta prevede il salario minimo insieme con il trattamento economico complessivo: ferie, malattie, tredicesima, quattordicesima, salario accessorio, il tfr ecc. Dunque è falso che le aziende si fermerebbero alla soglia dei 9 euro. Piuttosto smetterebbero di contrattare sotto questa soglia”.