“Ci ripromettiamo di monitorare la situazione e vedere tra qualche tempo che effetto avrà avuto”. Così, intervenendo ad un punto stampa in Prefettura a Modena, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha replicato a chi gli chiedeva se vi fossero timori, in ambito di ordine pubblico a seguito della revoca del reddito di cittadinanza a tante famiglie italiane. Intanto oggi la protesta si è spostata a Roma
Ieri Napoli, oggi Roma. La protesta di chi ha perso il reddito di cittadinanza e ha avuto la comunicazione attraverso un sms, è arrivata anche nella Capitale, dove un gruppo di persone che chiede il ripristino del sussidio, si è ritrovata davanti la sede dell’Inps in via Nizza.
“A 59 anni non so cosa fare ora…questo Paese non dovrebbe combattere i poveri, ma aiutarli”. E’ una delle tante voci che risuonava stamattina in Via Nizza. Una cinquantina di manifestanti in tutto. Cartelli, slogan per rendere ancora più chiara la protesta: “Stop sfruttamento e precarietà”; “Dobbiamo costruire una grande opposizione popolare contro il governo”. “Oggi è una giornata drammatica, perchè 169mila famiglie non sopranno cosa dare da mangiare ai propri figli, o non sapranno se potranno comprargli un paio di scarpe. E questa cosa è avvenuta nella maniera più indegna, perchè queste famiglie lo hanno scoperto attraverso un sms”. Dice uno degli organizzatori del presidio
Rdc, dopo Napoli proteste a Roma. Piantedosi: “Responsabilità di tutti non soffiare sul fuoco”
https://youtu.be/-IkUjYmsaN4
Le proteste aumenteranno? Si allargheranno a macchia d’olio? Si andrà in contro ad un autunno caldo? “Faccio professione di ottimismo da questo punto di vista. Certo il Governo non è privo di attenzione rispetto a quelle che saranno le ricadute nella sospensione dell’erogazione. Quindi ci ripromettiamo anche da quel punto di vista di monitorare la situazione e vedere tra qualche tempo che effetto avrà avuto”. Così, intervenendo ad un punto stampa in Prefettura a Modena, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha risposto a chi gli chiedeva se vi fossero timori, in ambito di ordine pubblico dopo la revoca del reddito di cittadinanza a numerose famiglie italiane. “Credo che il primo giorno di paventate turbolenze da questo punto di vista sia stato molto eloquente – ha aggiunto – e credo sia responsabilità di tutti non soffiare sul fuoco”.
Reddito di cittadinanza, Conte su Facebook: “Il governo faccia un passo indietro”
Chi soffia sul fuoco? Il ministro Piantedosi non fa riferimenti particolare, ma appare piuttosto evidente che le posizioni espresse più volte in questi giorni da Pd e Movimento5Stelle siano agli antipodi rispetto a quelle delle forze di maggioranza di governo. In questa direzione vanno ancora una volta, le parole dell’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte: “Da mesi lanciamo l’allarme per il rischio di un disastro sociale. Fra novembre e dicembre abbiamo girato l’Italia da Nord a Sud per mostrare a Giorgia Meloni che in Italia ci sono tante persone finite in condizioni di gravi difficoltà. Non per colpa loro, non perché divanisti o scansafatiche. Nulla da fare”. Eccole le dichiarazioni del leader del M5s postate su Facebook. “la situazione è questa: difficoltà enormi sui territori, per i sindaci e per i servizi sociali dei Comuni su cui Meloni, con un sms dell’Inps, ha scaricato le difficoltà di tante famiglie che da un giorno all’altro si trovano senza nessuna alternativa: senza sostegni, senza i preannunciati corsi di formazione o riqualificazione, senza nessuna prospettiva occupazionale. Ora quali soluzioni offrono? Perché servono subito, non fra una settimana, un mese o più. Siccome il cassetto di Meloni è pieno di slogan ma non di soluzioni hanno inventato sul modello ‘rave’ un altro diversivo per distrarre l’opinione pubblica dalla loro totale incapacità. Stavolta l’arma di distrazione di massa è la Commissione parlamentare d’inchiesta contro l’ex presidente dell’Inps Tridico, il cui lavoro è stato fondamentale nei mesi più duri della pandemia, quando il Rdc salvava 1 milione di persone in povertà mentre Meloni blaterava di 1000 euro con un click a tutti e blocchi navali contro l’immigrazione, tutte misure che, una volta presi i voti degli italiani, sono sparite dall’agenda di governo”.
“Il Governo– dice ancora- faccia un passo indietro dopo aver gettato nella disperazione 169mila famiglie in un momento in cui il carovita mette in ginocchio anche il ceto medio. Se non li smuove il valore della solidarietà e della responsabilità, che li scuota almeno un sano, insopprimibile sentimento di vergogna”.