“Il ministro Fitto parla di definanziamenti, ma in realtà siamo di fronte a tagli del Pnrr: quando i progetti non vengono adeguatamente coperti si parla di tagli”.
In esclusiva a Notizie.com, la senatrice del Movimento 5 Stelle Ketty Damante, si dice preoccupata “Noi siamo allarmati per la tenuta economica di Comuni e Regioni”, che rischiano di veder bloccati i progetti definanziati. “Nella proposta di Fitto oggi vedo che c’è la possibilità di usare successivamente il fondo di sviluppo e coesione, o i fondi strutturali oppure il piano complementare. Ma non vedo la certezza che questi progetti vengano effettivamente finanziati. Per questo siamo allarmati come le Regioni e l’Anci ed è ovvio che parliamo di tagli. Ieri lo abbiamo fatto presente in Aula: ci sono Comuni che hanno già sottoscritto contratti per eseguire l’opera e oggi apprendono la notizia che i progetti sono stati definanziati”;
Cosa dovrebbero fare Comuni e Regioni?
“Dovranno aspettare il ministro Fitto che dia loro un altro capitolo che oggi non esiste, ed è allarmante. Siamo di fronte a dati oggettivi: sono stati spesi 2 miliardi su 33 che dovevano essere spesi nel 2023. Abbiamo definito quella della terza rata una “vittoria zoppa” perché abbiamo perso mezzo miliardo e non è una vittoria. Abbiamo rinunciato a parte della terza rata. La Commissione Ue ha accettato perché è previsto dalle regole, non perché abbiamo dei geni. Parte degli obiettivi non sono stati raggiunti: siamo preoccupati”;
Il ministro Fitto però parla di riprogrammazione, non di eliminazione…
“Sulla riprogrammazione Fitto dice tutto e di più ma non entra nei dettagli. Abbiamo chiesto di avere le schede dei progetti per conoscerli. Non sono contraria alla riprogrammazione, e la struttura di monitoraggio e controllo serve proprio questo. Ma noi dobbiamo sapere quali sono i progetti in difficoltà e non in modo generico”;
La Conferenza delle Regioni ha chiesto di essere coinvolta maggiormente sul Pnrr…
“L’abbiamo chiesto tutti. Con il dl 13 Pnrr, la governance è cambiata. Si sa bene che il governo ha trattative in corso da mesi con la Commissione Ue. Ma come le Regioni, anche il Parlamento è all’oscuro. Sappiamo solo quello che ci dice Fitto nelle comunicazioni. Qui si parla di strumenti di sviluppo: vanno coinvolti territori, politica, istituzioni e sindacati. La partecipazione è un atto dovuto”.