Intercettazioni, Nordio: “Nessuna propaganda, ma fede nella certezza del diritto”

Di propaganda, c’è solo la “propaganda fide”, la fede nella certezza del diritto”. 

Così, in un’intervista a La Stampa, il ministro della Giustizia Carlo Nordio, sul dl intercettazioni che ha avuto il via libera del Cdm nei giorni scorsi. “Innanzitutto i fatti: è un intervento che assicura ed estende la possibilità di adottare incisivi strumenti di indagine, come le intercettazioni ambientali, per reati aggravati dal metodo mafioso, dalla finalità di terrorismo o per il sequestro per estorsione. È una norma specifica, di tipicizzazione per allontanare il rischio di compromettere molti processi”.

Intercettazioni Nordio: "Nessuna propaganda, ma fede nella certezza del diritto"
Intercettazioni Nordio: “Nessuna propaganda, ma fede nella certezza del diritto” (Ansa Foto) – notizie.com

Nordio: “Non sono né giustizialista né garantista”

Il Guardasigilli a chi vuole dargli un’etichetta, risponde di non essere né giustizialista, né garantista: “Non esistono i panni del garantista o del giustizialista, ma la complessità della realtà”. 

Pnrr: “Assicureremo i fondi”

Nell’intervista a La Stampa, il ministro ha affrontato anche il tema del Pnrr e in particolare la questione della lentezza della macchina giudiziaria, che potrebbero mettere a rischio i fondi: “Conosco molto bene le gravi carenze e stiamo facendo il possibile per ovviare, con le risorse disponibili, il male cronico della lentezza, che costa 2 punti di Pil. Questo è un dovere inderogabile, per assicurare i fondi del Pnrr e per garantire ai cittadini un servizio all’altezza delle legittime aspettative”.

Nordio: “Nessun ritardo nel Pnrr”

Ursula von der Leyen
Ursula von der Leyen (Ansa Foto) – notizie.com

Sul Pnrr – aggiunge – le prossime rilevazioni rifletteranno i primi effetti della massiccia immissione di personale e delle riforme entrate in vigore”. Alla domanda se si è in ritardo rispetto alla spesa dei fondi europei, il Guardasigilli risponde: “Non siamo affatto in ritardo. In un anno e mezzo sono stati iniettati 450 milioni nel sistema giustizia, come mai prima; sull’edilizia giudiziaria la maggior parte della spesa è prevista dal 2024 in quanto il primo biennio era dedicato alla progettazione delle opere, alcune delle quali già avviate”. 

Provvedimento contro i piromani: “Non sono a disagio con l’inasprimento”

Nordio si difende anche da chi accusa il governo di fare decreti dell’ultim’ora e spiega il motivo del provvedimento contro i piromani: “I piromani attentano alla vita di intere comunità e al nostro paesaggio, bene costituzionalmente tutelato. Non sono affatto a disagio con l’inasprimento delle pene contro i criminali: rappresenta l’attenzione dello Stato per la repressione di gravissimi fenomeni e la tutela di chi li subisce. Anche il governo Draghi era intervenuto, noi abbiamo aggiunto un’aggravante per punire chi si procura un vantaggio, mandando in fumo aree del nostro meraviglioso paesaggio”.

Provvedimento contro i piromani, Nordio: "Non sono a disagio con l'inasprimento"
Provvedimento contro i piromani, Nordio: “Non sono a disagio con l’inasprimento” (Ansa Foto) – notizie.com

Come cambierà la giustizia con la riforma Nordio

Della riforma della giustizia faranno parte molti altri provvedimenti, dice il Guardasigilli a La Stampa, rispondendo a una domanda riferita a Delmastro: “Il mio ddl è solo un primo passo verso la piena attuazione del codice liberale di stampo anglosassone, fortemente voluto dal ministro Vassalli, eroe della Resistenza pluridecorato e convinto socialista. Un codice snaturato negli anni. La Commissione da me istituita lavorerà perché ritorni, migliorato, nel suo spirito originale e si superi la contraddizione di un processo quando la stessa pubblica accusa non vuole celebrare”. 

Anche la separazione delle carriereè nel programma ma richiede un intervento costituzionale e quindi tempi più lunghi. Ora, le priorità sono l’efficienza degli uffici giudiziari e gli impegni con l’Europa”. 

Il ddl Nordio prevede l’abrogazione del reato di abuso di ufficio, che l’Europa e la magistratura ritengono uno strumento contro la corruzione: “L’Europa non ci chiede di mantenere il reato com’è – dichiara il ministro a La Stampa – ma di assicurare un’efficace lotta alla corruzione”. E ancora: “I numeri ci dicono che a fronte di 5mila fascicoli all’anno, le condanne sono una manciata e per reati connessi. Inoltre, come da me chiarito nella relazione illustrativa del ddl, “resta ferma la possibilità di valutare in prospettiva futura specifici interventi additivi volti a sanzionare, con formulazioni circoscritte e precise, condotte meritevoli di pena in forza di eventuali indicazioni di matrice euro-unitaria che dovessero sopravvenire”. 

 

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