L’allenatore ha rilasciato un’intervista a La Repubblica in cui ha spiegato le ragioni del suo addio: “Volevo un segnale da parte sua, poteva fare qualcosa. Mai visto cambiare lo staff di un commissario tecnico”
Le verità di Roberto Mancini, ex ct della Nazionale che ha comunicato le proprie dimissioni nella serata di sabato, ufficializzate il giorno dopo dalla Figc con un comunicato sul proprio sito. L’allenatore si è sfogato in un’intervista rilasciata a La Repubblica, dove non sono mancate le frecciate al presidente federale Gabriele Gravina: “Non ho fatto niente per essere massacrato così, mi sono solo dimesso e ho detto che è stata una mia scelta. Gravina da tempo pensava cose opposte alle mie, per questo me ne sono andato. Volevo un segnale dal presidente, se avesse voluto mi avrebbe trattenuto”.
E poi ancora: “Sono sempre stato corretto, si è mai visto un presidente federale che cambia lo staff di un ct? Gravina è da un anno che voleva rivoluzionarlo, io gli ho fatto capire che non poteva, che al massimo poteva inserire un paio di figure in più, ma che non poteva privarmi di due persone di un gruppo di lavoro che funzionava, che funziona e che ha vinto l’Europeo”.
Mancini si sfoga: “l’Arabia Saudita? Non voglio pensarci”
Sull’addio a meno di un mese dai prossimi impegni dell‘Italia (a Skopje contro la Macedonia e a Milano contro l’Ucraina) s’è espresso così: “Potevo dimettermi prima, ma ho lasciato a 25 giorni della prossima partita, non 3“. In molti hanno parlato di una possibilità offerta in arrivo dall’Arabia Saudita come possibile motivazione che avrebbe fatto vacillare Mancini fino a prendere la decisione delle dimissioni: “Io in Arabia? Non voglio pensarci, quello che dico è indipendente dal mio futuro”. Non proprio una smentita decisa, insomma.
Per la sua successione il favorito è Luciano Spalletti, che aveva deciso di prendersi un anno sabbatico dopo aver conquistato uno storico scudetto sulla panchina del Napoli. La sua “pausa” potrebbe durare poco più di due mesi vista la proposta in arrivo da parte della Nazionale. È lui l’uomo che la Federazione ha in testa per ripartire e centrare la qualificazione ai prossimi Europei. L’Italia, al di là delle delusioni per i Mondiali non disputati e gli ultimi giorni di fuoco, ha il compito di arrivarci per difendere il titolo vinto nel 2021. Con quel Mancini che ora ha lasciato e ha il dente avvelenato.