Alberto Gusmeroli, presidente della Commissione Attività produttive della Camera, ricorda le sfide che si presentano ora per il governo Meloni in materia di fisco. L’esecutivo ha infatti incassato il via libera alla delega fiscale, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale lunedì scorso, ma ora inizia la fase dell’attuazione, la più complessa. “Sono state già nominate tutte le Commissioni per i decreti attuativi con l’impegno di consegnare tutti i lavori entro il 20 settembre”, ha spiegato al Sole24Ore.
“Alcune misure potranno trovare una collocazione anche direttamente in manovra di bilancio o nel collegato fiscale”, ha precisato Gusmeroli, che oltre ad essere presidente di commissione è anche responsabile fisco della Lega e relatore a Montecitorio della delega.
“A partire dagli acconti rateizzati nell’anno successivo che potrebbero iniziare già da novembre per una platea almeno fino a 500mila euro di ricavi. E per tutti a novembre 2024, ampliando la misura anche a dipendenti e pensionati con altri redditi”, ha infatti precisato il leghista nel corso di un’intervista rilasciata al Sole24Ore, in cu ha inoltre cercato di fare chiarezza sui tempi di realizzazione dei provvedimenti. “Può essere che si riesca già a farlo per tutti questo novembre, visto che non necessita di copertura di bilancio, ma solo di cassa”, ha affermato speranzoso.
Tutti i numeri della Riforma del Fisco targata Meloni
Gli interventi messi in atto dalla Riforma del Fisco targata Meloni sono infatti numerosi. L’ultimo provvedimento esaminato prima della pausa estiva consta di 23 articoli, e ora il governo dovrà tradure il ddl Fisco entro i prossimi 24 mesi in norme con specifici decreti legislativi. Tra i vari provvedimenti, vanno evidenziate l’intenzione di ridurre le aliquote Irpef gradualmente, con l’obiettivo finale di un’aliquota unica passando però per un primo step di tre aliquote, e l’introduzione del graduale superamento dell’imposta regionale sulle attività produttive.
Dalle prime cifre circolate, infatti, si evince che tra conferma del taglio del cuneo e taglio dell’Irper potrebbero servire 13 miliardi di euro. Una cifra significativa che per alcuni potrebbe fare traballare la riforma. “La conferma per il 2024 del taglio del cuneo fiscale è uno degli obiettivi primari della manovra, la recente imposta sugli extra-profitti bancari potrà fornire una parte della copertura“, toglie ogni dubbio Gusmeroli, in quota Lega. “Inoltre non dimentichiamo che l’inflazione comporta tantissime criticità per le famiglie, ma allo Stato genera maggiori entrate. Vedremo come sarà possibile ridurre anche gli scaglioni Irpef da quattro a tre, o se rimandare la misura all’anno successivo”.
L’idea è quella, in ogni caso, di mantenere la “Flat tax come obiettivo di legislatura”, specifica il leghista. Aggiungendo che “bisogna ridurre, sino all’abolizione, la prima tassa occulta che paghiamo tutti: la complicazione fiscale”, è la conclusione del ragionamento. “Per la prima volta in cinquant’anni le tasse si pagheranno ad anno trascorso e reddito guadagnato, e non in anticipo”.