Stefano Bandecchi, sindaco di Terni ed ex parà, in esclusiva ai nostri microfoni sul caso Vannacci: “Al generale gli si chiede di far la guerra, non i libri”.
Dopo giorni di polemiche nate dalla pubblicazione del suo libro, lo Stato Maggiore dell’Esercito ha deciso di sollevare il generale Roberto Vannacci dal suo ruolo e metterlo a disposizione del comando delle forze operative terrestri sempre a Firenze. Una scelta non condivisa dal diretto interessato. “Non mi aspettavo un simile polverone. Preferiscono non replicare a decisioni che arrivano da una catena gerarchica. Lo farò in sedi opportune“, ha detto il generale a Diario del Giorno su Rete 4, citato dall’Ansa.
Sulla vicenda la nostra redazione ha contattato Stefano Bandecchi, attuale sindaco di Terni, ma in passato in forza alla Brigata paracadutisti Folgore con la quale ha partecipato a operazioni in Libano. Con lui abbiamo voluto commentare il libro di Vannacci e anche la decisione presa in queste ultime ore dallo Stato Maggiore dell’Esercito.
Bandecchi: “Vannacci deve pensare a fare il generale”
Sindaco Bandecchi, cosa pensa del libro di Vannacci e delle polemiche?
“Ha sbagliato. A me sembra un libro fuori tempo. Come generale è molto bravo, meno invece a comunicare“.
Poco fa è arrivata la decisione di trasferirlo al Comando delle Forze operativi terrestri. D’accordo con questa scelta?
“Assolutamente sì. Lui deve fare il generale e non lo scrittore. A chi ricopre questo ruolo gli si chiedere di far la guerra se c’è e non di scrivere un libro“.
Ma come mai Vannacci ha deciso di scrivere un libro simile sapendo anche il ruolo che ricopriva?
“Secondo me perché ormai abbiamo perso completamente i punti di riferimento. Per esempio viviamo in un momento in cui i magistrati non dovrebbero avere un colore e invece lo hanno. Come detto prima, Vannacci deve pensare solamente a ricoprire il ruolo di generale perché lo sa fare bene. Ma è inutile che ci illumini con i suoi pensieri su migranti e sugli omosessuali“.