Matteo Renzi protagonista di una lunga intervista su ‘La Repubblica’. Diversi i temi affrontati dal leader di IV, che non ha risparmiato stoccate.
E’ un Matteo Renzi scatenato quello che ha parlato a La Repubblica. Il leader di Italia Viva in questa intervista ha affrontato diversi temi e non sono mancate delle critiche alla maggioranza. Per l’ex premier “Giorgia Meloni ha vinto le elezioni con coerenza, ma ora non sta mantenendo le promesse. Ha detto basta alla accise e queste sono aumentate, stop all’immigrazione e gli sbarchi non si fermano. La Giorgia di un anno fatta attaccherebbe quella di oggi“.
Per Renzi le prossime settimane saranno fondamentali per questa maggioranza: “Per il governo questa è l’ora della verità. Mancano 30 miliardi per gli errori della Bce sul debito. Quando ho lasciato io Palazzo Chigi, la pubblica amministrazione costava 300 miliardi di euro tra stipendi e spese. Ora dopo il governo Conte siamo passati a 350“.
L’attacco alla sinistra
Da parte di Renzi sono mancati gli attacchi alla sinistra sul salario minimo. “Non ci siamo uniti alle altre opposizioni perché non è il momento di slogan – ha ammesso il leader di Iv – io le lezioni le accetto su tutto, ma non sull’aumento dei salari. Per fare leggi c’è bisogno di coperture, si va in Parlamento e si discute. Qui, invece, usano tweet, vanno in Sala Verde e aspettano le decisioni del Cnel“.
“Il salario minimo può andare solo se si abbassano le tasse alle imprese – ha continuano l’ex premier – con la proposta del Pd, del M5s e della Cgil succede praticamente il contrario. Io preferisco confrontarmi sui testi e non sullo slogan“.
“Forza Italia non sopravviverà”
Idee molto chiare anche sul futuro di Forza Italia: “Non sopravviverà. Lo farà solo se troverà un leader come Berlusconi, ma in questo momento non lo vedo. L’ex premier era FI, Tajani è forse Italia. Quest’ultimo, per esempio, dice che sulle banche bisognava fare un decreto a mercati chiusi. Ma sono cose che vanno dette in Cdm e non alla Versiliana. Ha dimostrato debolezze e soprattutto insinuato sospetti su cui la Consob dovrebbe intervenire“.