Il criminologo Carmelo Lavorino in esclusiva ai nostri microfoni sullo stupro di gruppo avvenuto a Palermo: “C’è un senso di impunità diffuso”.
Sono passati ormai diversi giorni dallo stupro di gruppo di Palermo, ma la vicenda continua a far discutere e, soprattutto, in molti si domandano perché i ragazzi hanno deciso di compiere questo gesto. La nostra redazione ha contattato Carmelo Lavorino, Direttore del CESCRIN (Centro Studi Investigazione Criminale), per commentare insieme a lui la vicenda.
“Per prima cosa bisogna dire che in questa vicenda assistiamo ad una disumanizzazione di una ragazza. Cioè la vittima non è più un essere umano, ma diventa un gioco per questi ragazzi, che hanno voluto affermare il proprio potere maschile – ha detto Lavorino ai nostri microfoni – tutto ciò è accaduto perché in Italia c’è un senso di impunità diffuso. Si ha la certezza di poter affermare il proprio potere senza pagare nulla a livello legale e disciplinare. Insomma, c’è una non curanza generale delle regole tanto si riesce a farla franca“.
Lavorino: “I ragazzi amano sentirsi eroi di un gioco perverso”
Il criminologo Lavorino ha anche sottolineato che “quanto successo a Palermo è legato al fatto che i ragazzi amano sentirsi protagonisti ed eroi in un gioco perverso e crudele. Questo accade anche perché in televisione assistiamo a scontri e risse dove viene premiato il soggetto maleducato e arrogante. Quindi possiamo andare verso il discorso che ormai si premia chi trasgredisce le regole e non più la meritocrazia. Tutto questo influisce sui giovani“.
“Poi ovviamente ci troviamo di fronte al fallimento dei mezzi di comunicazione di qualunque tipo – ha concluso Lavorino – della scuola come insegnamento di vita, dei ruoli familiari e genitoriali, delle strutture sociali e dell’organizzazione sociale che deve creare i futuri uomini e donne dell’indomani. Purtroppo ormai l’intelligenza umana è schiava della tecnologica, dell’egoismo e della bestialità e questi sono i fenomeni che fanno tendenza. Quello che che hanno fatto questi ragazzi rappresenta il cancro della società, che deve essere curato, fatto diminuire ed estirpato“.