Riforme, il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, Tommaso Foti, ha rilasciato una intervista ai microfoni del quotidiano “La Repubblica”
Arrivano delle novità importanti in merito alla riforma costituzionale che sarà presentata direttamente dalla destra. L’annuncio arriva direttamente dal politico inquadrato in foto, ovvero Tommaso Foti. Il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati ne ha parlato in una intervista rilasciata alla ‘Repubblica‘. Tanto da ribadire che questa riforma sarà pronta in vista della fine dell’estate. Non è da escludere che verso la metà di settembre possa essere presentata.
Queste sono alcune delle sue parole a riguardo: “Sarà nel segno del premierato, anche per andare incontro alle opposizioni. Non è legata nella tempistica all’approvazione dell’autonomia”. Proprio quest’ultimo tema molto caro alla Lega di Matteo Salvini. Poi ha continuato dicendo che si sta pensando anche ad un ritorno delle preferenze. Ovviamente non si può non parlare del fatto che si va, sempre di più, verso un addio al presidenzialismo. In questo caso si va a promuovere il premierato.
Riforme, Foti: “Chiaro segnale a Renzi? No, ma a tutte le opposizioni”
Di conseguenza si è parlato anche se questa mossa fosse considerata un chiaro segnale al numero uno di ‘Italia Viva‘, ossia Matteo Renzi. La risposta non si è fatta attendere: “No, si tratta di un segnale a tutte le opposizioni. Non è la scoperta dell’acqua calda dire che Fratelli d’Italia preferisse una riforma presidenziale o semi-presidenziale. Ma sull’elezione diretta del Capo dello Stato abbiamo notato più alzate di scudi”.
Rimanendo sempre in tema opposizione ha parlato anche del Partito Democratico. Lo stesso che credeva nel premierato: “Adesso sarà molto più difficile per loro prendere le distanze. Si potrebbe aprire una discussione franca”. In conclusione si è soffermato proprio sull’ex presidente del Consiglio toscano, in merito al fatto che potesse o meno accodarsi: “Diciamo che il ddl depositato da Renzi un premierato di elezione diretta lo prevede. Però il presidente del consiglio avrebbe il potere di sciogliere le Camere. E se non ho compreso male l’idea, nella nostra riforma non è così”.