In merito alla questione dei migranti (e non solo) il cardinale Matteo Zuppi ne ha parlato in una intervista rilasciata al quotidiano “La Stampa”
Uno degli argomenti principali del nostro Paese, da un bel po’ di tempo, non può che essere quello relativo alla questione dei migranti. Il mondo della politica lancia l‘allarme. Anzi, una vera e propria “emergenza“. Ed è proprio questa parola che il cardinale Matteo Zuppi non vuole assolutamente sentirla. Anzi, neanche accostarla a questo tema. Lo ha ribadito e fatto capire in una intervista rilasciata al quotidiano “La Stampa“. Il numero uno della Cei ha affermato che non si può continuare a definire la questione migratoria in questo modo.
Queste sono alcune delle sue parole a riguardo: “Come si fa a definire ‘emergenziale’ la questione migratoria? Fa parte della storia recente e dell’attualità d’Italia ormai da lungo tempo. E sarà così per anni. Bisogna predisporre prima possibile un sistema strutturato di assistenza e integrazione per affrontare finalmente le criticità con lucidità ed efficacia. Rendendole un’opportunità”. Affermazioni chiare e precise quelle rilasciate da parte del cardinale. Lo stesso che, successivamente, ha parlato di “muri“. Considerati uno strumento “ingannevole” per poter cercare di nascondere problemi.
Migranti, Zuppi non vuole sentir parlare di emergenza
Nel corso dell’intervista ha continuato dicendo: “Momenti drammatici e dinamiche complesse saranno sempre da mettere in conto”. Quali sono, invece, le sue proposte per poter uscire da questa situazione? “Bisogna uscire dalla logica limitata ai Cas. Ed allo stesso tempo investire tanto anche sui Sai. Non solo: bisogna anche garantire l’informazione legale e il sostegno psicologico. Il governo con saggezza ha aumentato il numero di ingressi di lavoratori consentiti“.
Promuove il passaggio in merito ai permessi di lavoro, ovvero che gli stessi possano essere garantiti a chi ne ha bisogno. Con il solo scopo di evitare che poi si vada a cercare la clandestinità. Senza dimenticare, inoltre, anche l’applicazione della legge sui minori. Su questo ha ribadito: “Bisogna richiedere strumenti chiari perché i diritti vengano garantiti. Anche perché altrimenti li si lascia interamente all’amministrazione dei Comuni, già sofferenti”. In conclusione non si è fatto assolutamente attendere il messaggio nei confronti del governo: “Bisogna cambiare l’approccio emergenziale in un intervento sistemico, organizzato e articolato. Siamo sempre stati interlocutori attenti e leali con tutti i governi“.