Finisce una piccola era e ne parte una nuova: dal primo settembre si presenteranno le domande sul sito dell’Inps o tramite i patronatiAddio Reddito di cittadinanza, ecco che arriva Supporto Formazione Lavoro. Dal primo settembre entrerà in vigore Sfl e il nuovo modo di cercare e trovare lavoro, sarà una nuova misura a sostegno delle persone occupabili in situazione di povertà. Non cambierà nulla rispetto a prima, magari si cercherà di essere più ordinati per le domande e soprattutto più seguiti rispetto a quando c’era il Reddito di Cittadinanza con tante persone che si recavano nei posti a cercare lavoro, ma non venivano seguiti a dovere.
L’Sfl sarà strutturato in maniera diversa. Le persone coinvolte e che decideranno di seguire la “nuova strada” tracciata dal Governo Meloni, dovranno partecipare a un percorso formativo, durante il quale, e per massimo 12 mesi riceveranno un contributo di 350 euro mensili. L’Assegno di inclusione, partirà il primo gennaio 2024, e sarà per quei nuclei familiari che abbiano almeno un componente della famiglia che sia disabile, un minore, oppure un over 60 o preso in carico dai servizi socio sanitari territoriali.
Come e cosa fare per muoversi per il Supporto Formazione Lavoro
Si parte subito, anche se si sapeva da tempo ma tutto sarà a regime dal 1° settembre. E’ da quella data si potranno presentare le domande direttamente sul sito dell’Inps o tramite i patronati. E dall’inizio dell’anno nuovo, ovevro dal primo di gennaio del 2024, si potranno depositare anche tramite i Caf. Il Supporto di formazione lavoro e che andrà a rivolgersi a tutti quelli che escono dal Reddito di cittadinanza nasce come una misura di attivazione al lavoro ma solo con la partecipazione seria e concreta a progetti di formazione, di qualificazione e riqualificazione professionale, di orientamento, di accompagnamento al lavoro, di serviziocivile universale e di progetti utili alla collettività.Tante persone non hanno aspettato e non hanno perso tempo, tanto che da fine luglio sono arrivate dall’Inps circa 188mila comunicazioni di stop al Reddito di cittadinanza ai nuclei familiari che hanno raggiunto il limite di sette mensilità nel 2023, che non hanno tra loro componenti minori, disabili o over-60 e non sono stati presi in carico dai servizi sociali. E hanno cominciato a inondare di domande l’Inps e a chiedere informazioni ai vari Caf e patronati nelle varie città. Da non sottovalutare che fino al termine dell’anno 2023 saranno in totale ben 229.000 le famiglie coinvolte e che dovranno ricominciare l’iter. Ma a quanto sostiene il Governo, ed è a quello che punta, non saranno situazioni fine a se stesse, ma sarà l’inizio di una cosa nuova, non quanto e come il Reddito di Cittadinanza che dava soldi e niente formazione.