Un’altra specie originaria dell’Asia sta facendo incursione in Toscana: gli esperti stanno provando a trovare delle spiegazioni
Il 2023 si sta rivelando come l’estate degli animali stravaganti, con una serie di fenomeni naturali che mettono alla prova l’ecosistema. Dopo l’invasione dei granchi blu che hanno preso d’assalto mari, lagune e coste, ecco una nuova minaccia emergere nel cuore della Toscana: la “sinotaia quadrata”, una piccola chiocciolina d’acqua dolce originaria dell’Asia che sta facendo incursione nella regione.
Secondo un servizio del Gambero Rosso, i primi avvistamenti di questa particolare chiocciolina risalgono addirittura al 2017. È proprio in quell’anno, infatti, che la presenza di questo mollusco è stata registrata nelle acque dell’Arno, così come in alcuni dei suoi affluenti. Un habitat evidentemente favorevole per proliferare. Nonostante sia meno invasiva e aggressiva rispetto ai granchi blu, soprattutto per la mancanza delle caratteristiche chele, questa chiocciolina di origine asiatica sta lentamente ma costantemente espandendo il suo territorio. Secondo il Gambero Rosso, è ora risalita fino a Firenze e sta colonizzando altri corsi d’acqua.
Come è possibile questa “invasione”
La domanda che sorge spontanea è: come ha fatto questa chiocciolina ad arrivare nelle acque del fiume Arno? L’ipotesi più accreditata suggerisce che sia stata introdotta deliberatamente, forse per scopi alimentari. Questo sarebbe dovuto alla spinta verso un mercato clandestino sprovvisto di certificazioni sanitarie e documenti fiscali regolari. L’introduzione non autorizzata ha ora generato rischi significativi per l’ecosistema e la biodiversità della regione, poiché ha alterato la composizione naturale delle specie ittiche locali e ha sollevato preoccupazioni per la salute pubblica.
Di fronte a questa emergenza, le autorità sanitarie locali hanno condotto analisi sui molluschi, rilevando importanti contaminazioni batteriche nel comune di Montelupo. Questo ha portato al divieto di raccolta e balneazione nelle acque interessate. L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, in collaborazione con l’Università degli Studi di Firenze, ha poi scoperto una significativa presenza di microplastiche nei molluschi: il sospetto è dunque che queste possano provenire dall’industria tessile. Recenti campionamenti hanno confermato la presenza di questa chiocciolina nelle acque dell’Arno, a Fibbiana, Samminiatello e Firenze, nonché nei fiumi Bisenzio a Prato e nell’Ombrone Pistoiese a Poggio a Caiano. La loro diffusione continua a espandersi, e ora rimane da monitorare attentamente la loro prossima avanzata e valutare l’effettivo rischio che rappresentano per la salute pubblica e l’ecosistema toscano (e non solo).