Direttamente dalla Mongolia, dove si trova ancora in questo momento, Papa Francesco ha affrontato vari temi molto importanti ed interessanti
A prendere parola direttamente da Ulan Bator, prima dell’intervento del Santo Padre, ci ha pensato direttamente un giovane sacerdote. Stiamo parlando di Antonij Gusev che ha rilasciato queste parole ai presenti: “Fratelli e sorelle, il nostro trovarci qui oggi è segno che sperare è possibile. In un mondo lacerato da lotte e discordie, ciò potrebbe sembrare utopico; eppure, le imprese più grandi iniziano nel nascondimento, con dimensioni quasi impercettibili. Il grande albero nasce dal piccolo seme, nascosto nella terra“.
Tra la schiera di moltissimi fedeli sul palco è presente anche Papa Francesco che sta per concludere il suo viaggio in Mongolia (partenza prevista nella giornata di domani, lunedì 4 settembre). Seduto al centro invita tutti per cercare di costruire un mondo migliore: “Non sono assolutamente vani questi sforzi, bisogna coltivare la speranza“. A prendere parola anche un missionario italiano presente nel paese da quasi 20 anni, si tratta di padre Ernesto Visca: “La Russia è qui vicino e ha rapporti storici e consolidati con la Mongolia. Proprio come la Cina. La questione Ucraina è lontana da queste parti“.
Mongolia, Papa Francesco: “Bisogna trasformare ferite in fonti di luce”
Bergoglio giunge sul palco in carrozzina, tra l’affetto del pubblico presente. “Cari fratelli e sorelle, la nostra responsabilità è grande, specialmente in quest’ora della storia, perché il nostro comportamento è chiamato a confermare nei fatti gli insegnamenti che professiamo; non può contraddirli, diventando motivo di scandalo. Nessuna confusione dunque tra credo e violenza, tra sacralità e imposizione, tra percorso religioso e settarismo. La memoria delle sofferenze patite nel passato dia la forza di trasformare le ferite oscure in fonti di luce, l’insipienza della violenza in saggezza di vita, il male che rovina in bene che costruisce“.
Oltre al Papa anche il capo del maggiore Monastero buddista del Paese, Dambajav Choijiljav, gli ha dato il benvenuto. Tanto da appoggiare anche la sua testi ha voluto ribadire il proprio pensiero: “La religione continua a esercitare un’importante influenza nella vita d’oggi. E’ essenziale che tutti noi ci apriamo ancora di più verso le persone di altre mentalità. Dobbiamo imparare ad ascoltare e a riflettere sui punti di vista che sembrano contrari ai nostri. In tutto il mondo dimostra che il progresso tecnologico senza la crescita spirituale è davvero una casa fragile. Bisogna che le religioni si uniscano per riscoprire gli approcci alla vita“.