Anniversario morte Dalla Chiesa, la figlia Rita attacca la sinistra

In una intervista rilasciata al quotidiano “Il Giornale” Rita Dalla Chiesa ha voluto ricordare l’anniversario della morte del padre, il noto generale, ed anche puntare il dito contro la sinistra

Una giornata storica quella di ieri e che difficilmente potrà essere dimenticata e messa da parte. Il 3 settembre di 41 anni fa venne assassinato il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Insieme a lui anche la moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente Domenico Russo. Il tutto accadde in via Isidoro Carini, a Palermo, quando uomini armati trivellarono di colpi l’auto dove si trovava all’interno il generale. Ieri mattina è stata deposta una corona per omaggiarlo.

Intervista al 'Giornale'
Rita Dalla Chiesa (Ansa Foto) Notizie.com

Presenti alla cerimonia, proprio sul luogo dove vennero trucidati i tre innocenti, i figli Nando e Simona Dalla Chiesa, il Prefetto Maria Teresa Cucinotta, le autorità civili e militari, la presidente della commissione antimafia Chiara Colosimo e il sottosegretario Francesco Sisto. Nel corso della mattinata sono arrivati anche i messaggi del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e quelli della premier, Giorgia Meloni. Alle 10.30 è stata celebrata la Santa Messa nella sede della Legione carabinieri Sicilia.

Rita Dalla Chiesa e quel ricordo “amaro” su come venne trattato il padre

In una intervista al ‘Giornale‘ la figlia Rita Dalla Chiesa ha rivelato un curioso aneddoto. Allo stesso tempo “amaro” di come venne trattato suo padre, ucciso dalla mafia. Queste sono le parole da parte della parlamentare di ‘Forza Italia‘: “Una parte della sinistra non ha mai amato mio padre, ha preferito difendere l’ideologia del brigatismo rosso, fin quando si è capito che certi estremisti andavano fermati. E mio padre c’era riuscito”.

Intervista al 'Giornale'
Rita Dalla Chiesa (Ansa Foto) Notizie.com

La sua morte ha comunque riscritto la storia della lotta alla mafia, il suo “metodo Dalla Chiesa” è servito a catturare i latitanti di Cosa nostra, da Totò Riina a Matteo Messina Denaro. Mio padre è stato annientato perché ha toccato dei poteri economici, dei potentati che per un certo tipo di mentalità, romana e siciliana, colluse da sempre, non andavano toccati”.

Anche in Parlamento il generale non stava simpatico a molti esponenti della politica: “Ogni tanto me lo chiedo, dove sono seduta? Io non dimentico quanto a mio padre venne detto ‘non toccare le mie correnti, chi lo fa normalmente torna con le gambe tese o dei soldi in bocca’. Andreotti? Lo scrisse nei diari destinati a mia madre, era un linguaggio che non lo rappresentava, non avrebbe mai potuto mentirle”.

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