Il carcere si trasformava in “Paese dei Balocchi”, agenti della polizia penitenziaria nei guai seri. Ecco quello che accadeva all’interno dello stesso
Tanto è vero che alcuni lo avevano definito addirittura come il “Paese dei Balocchi“, come il famoso cartone animato “Pinocchio”. Solamente che, in questo caso, quello che avveniva all’interno del carcere era fin troppo grave e per nulla paragonabile con il cartone della Disney. Per altri, invece, veniva etichettato come “inferno”. Una vicenda che arriva direttamente da Biella dove la Procura della città ha avviato una inchiesta. In merito a quanto accadeva all’interno della prigione di viale dei Tigli.
Ed è per questo motivo che le forze dell’ordine hanno effettuato un vero e proprio blitz per cercare di capire quanto accadeva. Un blitz che è stato effettuato nella giornata di ieri e che ha portato a misure cautelari nei confronti di 56 persone. Una operazione che è stata condotta e portata a termine da parte della Squadra mobile di Biella in diversi comuni del Piemonte, Lombardia e altre Regioni. In merito a questa inchiesta, però, bisogna tornare indietro di un paio di mesi.
Precisamente nel dicembre del 2022 quando l’agente Graziano Oliva venne arrestato con l’accusa di cessione di sostanze stupefacenti all’interno del carcere. Non solo: corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio e istigazione alla corruzione. Assieme a lui finirono nella lista degli indagati anche altri due detenuti, accusati di detenzione di droga e di telefoni cellulari, oltre che di resistenza a pubblico ufficiale. L’inchiesta non ha mai avuto alcun dubbio e credeva fortemente che, all’interno del carcere, ci fosse una organizzazione per quanto riguarda il traffico di droga, cellulari e schede Sim.
Biella, nel carcere si trovava l’impossibile: avviata inchiesta
Accessori che arrivavano ai detenuti, grazie alla collaborazione da parte di agenti della penitenziaria compiacenti, che favorivano l’ingresso degli stupefacenti e dei telefoni. Non solo: potevi trovare anche smartphone e tablet di ultima generazione. Questo è quanto ribadito da alcuni testimoni. I reati non finiscono affatto qui: introduzione e cessione di sostanze stupefacenti all’interno del carcere, introduzione di telefoni cellulari, sim card e relativi apparati, corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, istigazione alla corruzione, ricettazione, estorsione, falso in atto pubblico.
Gli indagati sono 89, ma per 56 sono state chieste e ottenute le misure cautelari. Sono tre guardie carcerarie finite ai domiciliari e di altre tre per le quali è stata chiesta la sospensione dall’esercizio dell’ufficio di agente della polizia penitenziaria. Di queste 33 persone già detenute e 5 che hanno già lasciato il carcere, senza dimenticare i 12 familiari di detenuti, finiti anche loro ai domiciliari. Droga e telefonini venivano introdotti attraverso pacchi postali. Non solo: in carcere venivano introdotti smartphone nascosti in confezioni di tavolette di cioccolato e microtelefoni in confezioni di torroncini.