Valerio Lundini, in occasione dell’anteprima del nuovo film di cui è protagonista – Il più bel secolo della mia vita – si è concesso ad una rapida intervista ai nostri microfoni, svelandoci qualcosa in merito al suo futuro nel cinema
Protagonista dell’attesa commedia Il più bel secolo della mia vita, nuovo lungometraggio diretto dall’esordiente Alessandro Bradani, Valerio Lundini ha dichiarato, in esclusiva ai nostri microfoni, le sue intenzioni in ambito cinematografico.
L’ormai celebre comico romano approda nelle sale del bel paese al fianco di un compagno d’eccezione, Sergio Castellitto, ma chissà che, in futuro, non avremo la possibilità di apprezzarlo anche in altre vesti, oltre a quelle di interprete.
Lundini non si ferma, il cinema è il suo habitat
Lo abbiamo imparato a conoscere negli ultimi anni grazie alla sua irriverenza, un sarcasmo tipicamente romano e un’esuberante simpatia, in grado di spaccare lo schermo e, banalmente, divertire l’Italia. Lundini, classe 1986, è riuscito, volontariamente o involontariamente, a ottenere ciò a cui ogni comico aspira: da Roma Sud a Roma Nord, da Milano a Napoli, la tagliente comicità del giovane talento romano, sembra funzionare e unire. Nel giro di pochi anni, difatti, Lundini ha ottenuto risultati impressionanti e adesso, in occasione dell’uscita de Il più bel secolo della mia vita, nuovo film di cui è protagonista, insieme a Sergio Castellitto, ci ha svelato, a modo suo, la sua idea del panorama contemporaneo del cinema nostrano e i suoi piani futuri per quanto concerne la settima arte.
La prima domanda – mentre Valerio si apprestava a raggiungere l’evento dedicato all’anteprima del film – è stata piuttosto semplice e intendeva conoscere la visione del comico, in merito all’attuale situazione del panorama cinematografico nostrano. Valerio ha risposto alla Lundini: “Ma che ne so… Beh alcuni film so brutti… altri so carini, speriamo che ne escano sempre più di quelli carini”. Una risposta perfettamente in linea con la dialettica lundiniana, che consente di selezionare la semplicità di un contesto, senza complicarne i contorni. Subito dopo, domandiamo a Lundini se il suo percorso nella settima arte si fermerà qui e lui, con naturalezza, ci svela che qualcosa è certamente in cantiere: “Vediamo… io sto scrivendo una cosa, ma sicuramente farà parte dei film brutti italiani… Ma magari succede un miracolo, chi lo sa…”. Ricordiamo che Il più bel secolo della mia vita, già premiato a Giffoni 53, uscirà in sala domani 7 Settembre.