Scomparsa da 7 anni, poi la tragica scoperta: comunità sconvolta

Non si avevano più sue notizie da sette anni, fino a quando non è uscita fuori la verità: una intera comunità sconvolta per quanto le è accaduto

Precisamente dal 6 maggio del 2016, giorno della sua scomparsa, nessuno più aveva ricevuto sue notizie. C’è chi aveva pensato ad una fuga, chi ad un sequestro e chi invece alla peggiore delle ipotesi. Ci troviamo a Limbadi (provincia di Vibo Valentia dove, nelle ultime ore, sono emersi degli importanti dettagli in merito a quanto accaduto e che ha visto come vittima la donna inquadrata in foto. Stiamo parlando di Maria Chindamo.

La tragica fine della donna scomparsa
Maria Chindamo (Ansa Foto) Notizie.com

Ovvero dell’imprenditrice di 42 anni che era letteralmente scomparsa dalla cittadina calabrese. Purtroppo, però, è stato reso noto che è stata uccisa. Non solo: il suo cadavere sono stati dati in pasto ai maiali. Una tragica fine per la donna. La notizia, nel giro di pochissimo tempo, si è diffusa in un attimo nell’intera comunità che è rimasta letteralmente sconvolta. Questo è quanto emerso dall’inchiesta che ha preso il nome di “Maestrale-Carthago“.

Maria Chindamo, l’imprenditrice 42enne è stata uccisa e corpo dato in pasto ai maiali

A dirigere questa inchiesta la Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro. Proprio nelle ultime ore di questo giovedì 7 settembre è stata condotta una seconda “tranche”. In seguito a ciò sono finite in manette 81 persone. Ad avviare questa importante operazione sono i carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia. Ad uccidere l’imprenditrice, secondo quanto riportato da alcune rivelazioni di altrettanti collaboratori, sarebbe stato Salvatore Ascone.

La tragica fine della donna scomparsa
Maria Chindamo (Ansa Foto) Notizie.com

Quest’ultimo, 57 anni, è stato arrestato nelle prime ore del mattino. Da questa inchiesta suono fuoriusciti degli importanti dettagli. Ovvero che la donna sia stata prima fatta sparire e poi uccisa per una relazione sentimentale che aveva avviato dopo il suicidio del marito, Vincenzo Puntoriero, avvenuto nel 2015. Ascone non avrebbe agito da solo, ma si sarebbe fatto aiutare da due persone. Una delle quali, all’epoca, era minorenne mentre l’altra è morta. Non solo: la sua morte avrebbe avuto come movente l’interesse di alcune cosche di ‘ndrangheta del Vibonese. In particolar modo per l’assegnazione di alcuni terreni che la vittima aveva acquisito.

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