Truffa ai danni di un anziano da parte della sua domestica: la donna gli avrebbe sfilato una catenina di ingente valore
Un altro caso di rapina da parte di una domestica ai danni dell’anziano di turno. Stavolta a farne le spese è stato un uomo di 91 anni che aveva una relazione con la donna in questione, la quale però è finita per derubarlo, portandosi via oggetti di valore.
La vicenda, evidenzia Il Messaggero, risale a diverso tempo fa e ora la donna è finita a giudizio. Tra i due c’era una relazione, tanto che il pensionato è stato derubato mentre faceva sesso con la governante: durante il rapporto lei avrebbe sfilato all’uomo una catenina dall’ingente valore. I due si sono conosciuti in un bar a Frosinone e visto che l’anziano viveva da solo e necessitava di un aiuto in casa, aveva offerto lavoro alla donna che si è finta una ‘governante’ e invece si è rivelata una ladra.
Anziano derubato dalla governante: la ricostruzione dei fatti
Stando alle ricostruzioni sembrerebbe che una volta che il pensionato e la finta domestica sono arrivati nell’abitazione la donna, di origine straniera, gli aveva detto che era disposta anche a consumare un rapporto sessuale. L’uomo ha capito la truffa soltanto quando si è ritrovato da solo in casa. A quel punto ha capito che la governante, con molta destrezza, gli aveva tolto la catenina d’oro con un grande crocifisso che aveva al collo.
Di conseguenza l’uomo fa scattare la denuncia: la straniera che è stata identificata è finita sotto processo con decreto di citazione diretta a giudizio. L’imputata che deve rispondere di furto con destrezza, è difesa dall’avvocato Graziella Sammarco del foro di Roma. Si tratta quindi di un altro caso, l’ennesimo, in cui un anziano rimane vittima di furto in casa propria: in questo caso il 91enne, autonomo nei movimenti e lucidissimo di mente, aveva deciso di raccogliere l’appello della 45enne che, recatasi in un bar, aveva chiesto al titolare se aveva notizia di qualcuno che avesse bisogno di una badante o di una collaboratrice domestica. Ora la speranza è che questo spiacevole caso possa diventare un campanello di allarme per chi, ingenuamente, lascia entrare gli sconosciuti in casa, fidandosi della prima impressione o degli appelli (apparentemente onesti) riguardanti la ricerca del lavoro.