Il presidente del Coni ha parlato dei timori di una seconda mancata partecipazione di fila degli Azzurri: “Gravina dice che non cambia il futuro suo e di Mancini? Legittimo, però sarebbe tristissimo”. Poi sulla polemica dell’Olimpico intitolato a Paolo Rossi: “Non meritava di essere tirato per la giacchetta”.
No, un altro mondiale di calcio senza l’Italia no. Uno spettro da allontanare a fine marzo: prima la semifinale playoff con la Macedonia (sfida in programma a Palermo il 23 del mese), poi l’eventuale finale in trasferta da disputare contro la vincente di Portogallo-Turchia (il 29).
Servono due vittorie per strappare il pass per il Qatar. Il timore c’è, soprattutto dopo lo spareggio perso contro la Svezia nel 2017, pochi mesi prima della spedizione in Russia. Inutile nasconderlo: “Spaventa molto, sarebbe tristissimo il Mondiale del 2022 senza l’Italia”, ha detto Giovanni Malagò, intervistato da Il Messaggero. Il Presidente del Coni ha aggiunto: “Gravina ha riferito che non cambierebbe il suo destino in caso di mancata qualificazione, né quello di Mancini. È legittimo, ma per tutto lo sport italiano sarebbe una bella botta”. Come dargli torto.
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“Il nome di Paolo Rossi non doveva essere tirato per la giacchetta…”
Malagò ha affrontato anche il tema Stadio Olimpico: è nata una polemica sulla proposta di intitolarlo a Paolo Rossi, eroe del Mondiale 1982 in Spagna, scomparso il 9 dicembre 2020. Non tutti hanno trovato giusta l’idea: “Ho un ottimo rapporto con la moglie Federica, Paolo per me era un amico. Il suo nome non meritava di finire tirato per la giacchetta… Abbiamo fatto una ricerca, in tutto il mondo non c’è neanche uno stadio olimpico intitolato a una persona. Lo prendiamo come uno sprone affinché Roma e Lazio si facciano il loro stadio e la FIGC possa trasformare l’impianto nello stadio della Nazionale”.