Il responsabile dell’organizzazione di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli, ha rilasciato una intervista ai microfoni del ‘Corriere della Sera‘. Nel corso della stessa ha spiegato che il suo partito stia vivendo una “sindrome d’assedio”. Queste sono alcune delle sue parole a riguardo: “Ci sembra evidente che con un nuovo assetto di stampo conservatore di centrodestra, si assista a una forte reazione. Un qualcosa che, a dire il vero, non ci spaventa e nemmeno ci stupisce più di tanto. Anzi, è un qualcosa che ci motiva”,
No, non si riferisce solamente al Partito Democratico, ma a tutto ciò che sta ruotando attorno a Fdi. Ovvero della “loro paura di perdere peso e posti, ma anche dei tanti che in anni di sospensione della politica si erano presi posizioni di potere, approfittando di vuoti”. Su questo Donzelli precisa: “Si tratta di lobbisti, gruppi di pressione economici potenti, tanti che hanno appunto occupato spazi di potere. Quello che a noi interesse è il bene della nazione.
Il nostro obiettivo è quello di cambiare le logiche consolidate avendo davanti una prospettiva di legislatura, facciamo paura”. Allo stesso tempo la maggioranza ha fatto le sue nomine, in casa Rai qualcuno si lamenta anche dell’occupazione: “Noi non ci sentiamo mica deboli, non abbiamo la sindrome di Calimero. Le nomine sono sempre state fatte tenendo conto delle professionalità, non stiamo qui a cercare alibi. Sappiamo benissimo che continueranno ad esserci attacchi, sappiamo come difenderci”.
Fdi, Donzelli: “Ci muoviamo sempre uniti”
Qualcuno ha addirittura parlato di “dirigenza familistica”: “Non siamo chiusi a riccio tra parenti e amici. Voglio ricordare che nel nostro partito hanno raggiunto posizioni importanti persone come Andrea Moi, responsabile della comunicazione a 33 anni, o Sara Kelany, figlia di un immigrato. Senza dimenticare Elena Chiorino, responsabile lavoro perché da assessore regionale ha dimostrato qualità rare. Pierluigi Biondi, sindaco che sta ricostruendo L’Aquila.
Non capisco perché si parla solo di Arianna”. In conclusione ha voluto esprimere il suo pensiero in merito all’Europa: “Sulle grandi tematiche dovrebbe essere compatta. Quando la premier Meloni va con Ursula von der Leyen in Tunisia per siglare un accordo per fermare l’immigrazione clandestina, significa che ci muoviamo uniti, per il bene dei cittadini europei”. “Il problema è la sinistra italiana e quella europea con il loro approccio ideologico, chiedono di boicottare quell’accordo creando un danno al nostro Paese“.
