Caivano, Patriciello attacca Saviano: “Gomorra ha rovinato i ragazzi”

Il prete di Caivano, Don Maurizio Patriciello, ha attaccato pesantemente lo scrittore Roberto Saviano, autore del libro “Gomorra”

In queste ultime settimane si è ritornato a parlare nuovamente di Caivano. Soprattutto per gli ultimi episodi che si sono verificati nel ‘Parco Verde‘, ovvero la violenza sessuale nei confronti di due ragazzine 13enni (cugine) compiuta da un gruppo di ragazzi. Poi l’arrivo della premier Giorgia Meloni che ha voluto dare un importante segnale alla città in provincia di Napoli per affermare che lo Stato c’è ed è presente. Lo si è capito soprattutto negli ultimi due blitz da parte delle forze dell’ordine (impegnati più di 400 agenti).

Duro attacco a Saviano
Don Maurizio Patriciello (Ansa Foto) Notizie.com

La situazione, però, in città non è affatto delle migliori. Soprattutto dall’ultimo episodio: sono stati sparati dei colpi di pistola in città che aumentano sempre di più la tensione. Proprio come quella di Don Maurizio Patriciello, simbolo della Caivano per bene e che combatte la criminalità e l’illegalità. Questa volta il prete, in una lettera aperta spedita al quotidiano Avvenire, si è voluto scagliare contro lo scrittore Roberto Saviano, accusandolo di uno dei suoi testi come “Gomorra” che avrebbe rovinato i ragazzi del quartiere e non solo.

Caivano, Don Patriciello su Saviano: “Non condivido le sue dichiarazioni”

Una lettera in cui si è scagliato apertamente contro il noto scrittore. Sono gravi le accuse visto che lo incolpa dell’aumento della criminalità grazie al suo libro “Gomorra”. Da lì, come tutti ben sanno, è nata anche una serie tv. La stessa che avrebbe ispirato tantissimi ragazzini a seguire dei modelli sbagliati e, di conseguenza, avvicinarsi sempre di più alla camorra.

Duro attacco a Saviano
Lo scrittore Roberto Saviano (Ansa Foto) Notizie.com

Queste sono alcune delle sue parole scritte nella lettera: “Capisco ma non condivido le dichiarazioni di Roberto Saviano. Anche lui, come tanti cade nella trappola della facile diagnosi. Il fatto è che di diagnosi ne abbiamo già tante e non da adesso. Ci conoscemmo, te ne ricorderai, al funerale di un ragazzo, appena quindicenne, ucciso durante una rapina. Tu, sconosciuto cronista, eri in chiesa. Mi chiedesti un’intervista che facesti confluire poi nel tuo libro Gomorra. Il “Padre Mauro” cui fai riferimento sono io. Da allora ne hai fatta di strada“.

 

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