Nel pacchetto di misure sui migranti “non ci sono soluzioni al fenomeno, ma solo misure che indeboliscono la protezione e che non prevedono l’istituzione di mezzi europei adeguati di ricerca e soccorso in mare”.
Ai microfoni di Notizie.com, Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International, commenta i provvedimenti approvati oggi, lunedì 18 settembre, dal Consiglio dei ministri. “Se l’Europa non porta le navi in mare, allora si faccia in modo che le ong possano tornare a soccorrere. La politica portata avanti da più governi, compreso questo, di creare ostacoli nei confronti di persone vulnerabili che hanno gravi motivi di fuga, non fermerà le partenze, le renderà solo più mortali. È renderà crudele il periodo che queste persone dovranno trascorrere in strutture di fatto detentive, col rischio che perdono dopo 18 mesi vengano rimpatriate. Preoccupa anche l’annuncio di un decreto specifico sui minori. Tutto va nella direzione, coerente col passato, di indebolire le protezioni e inasprire le sanzioni”.
Controllare le partenze servirà a ridurre l’emergenza migranti?
“Insistere anche nelle dichiarazioni di questi giorni in Italia e in Europa sull’efficacia di stringere accordi con Paesi che violano i diritti umani come la Libia e la Tunisia, produce un effetto paradossale. Sono gli stessi soggetti che di fatto inducono le partenze. In Tunisia è in corso una vera e propria caccia all’uomo e da lì non a caso si fugge in tanti”;
Gli Stati europei, in particolare Francia, Germania e Italia, portano avanti i propri interessi. Si avvicinano le europee e ci si prepara alla campagna elettorale. Uno dei temi sarà proprio l’immigrazione.
“Certo. C’è una vera e propria ossessione di politica interna dell’Europa rispetto al blocco delle partenze, che spinge poi, in politica estera, a stringere accordi con Libia e Tunisia. Fanno a gara a chi si mostra più “cattivo” con misure che spesso hanno un sapore di propaganda a scapito dei diritti. In occasione della campagna elettorale per le europee mi aspetto che non mancheranno discorsi di odio”;
Il tempo massimo del trattenimento dei migranti irregolari è stato allungato a 18 mesi. Ma in quali condizioni queste persone torneranno nei loro Paesi?
“Le persone non fuggono per divertimento, ma perché non hanno più una casa, per via della guerra, del cambiamento climatico, della persecuzione politica e religiosa. Le misure sono sempre le stesse: si usa una narrazione che vorrebbe distinguere tra i veri rifugiati e i finti. Ora anche tra finti e veri minorenni. Quando si indebolisce tutto il meccanismo di protezione, si rischia anche di rimpatriare persone che avrebbero più che titolo a restare nel nostro Paese”;
Cosa intende dire?
“Se ci si accorda con la Tunisia stabilendo che è un Paese in cui le persone straniere non vengono discriminate, non vengono torturate e abbandonate nel deserto, è evidente che ci saranno rimpatri di massa. Il meccanismo di mandare indietro persone perché un Paese è sicuro, è folle. Il paradosso è che ci stiamo alleando con la Tunisia: chiediamo di fermare le partenze a colui che le sta favorendo con la sua politica xenofoba”;
Cosa rischiano i migranti tornando nei Paesi di origine?
“Il rischio di mandare indietro persone senza analizzare le singole situazioni, ma in gruppi di persone distinti per nazionalità, è che subiscano violazioni dei diritti umani”.