“Credo che la premier Meloni abbia colto nel segno: una delle sfide globali è sicuramente l’immigrazione. E ora, finalmente, pare che il tema sia diventato europeo e non più nazionale”.
In esclusiva a Notizie.com, Giangiacomo Calovini, nella Commissione affari esteri e comunitari alla Camera per Fratelli d’Italia, commenta il discorso sui migranti della presidente del Consiglio all’Onu. “Credo che la visita di Ursula von der Leyen abbia evidenziato – anche dal punto di vista mediatico – che questa situazione non può più essere affrontata dai singoli Paesi, ma a livello europeo. È chiaro però, che la vera sfida per i prossimi decenni non è quella della gestione dell’immigrazione in Europa, ma diminuire l’emigrazione dall’Africa”.
La premier ha fatto riferimento al Piano Mattei per l’Africa, ricordando che l’Italia farà la sua parte, ma serve la collaborazione di tutti.
“Facciamo un passo indietro. Il memorandum con la Tunisia non è solo un accordo per fornire denaro affinché non vengano più fatti partire i migranti. È un patto molto più ampio e coinvolge l’Europa e il fondo monetario. Intende aiutare la Tunisia a investire nelle infrastrutture, nel sociale e nella lotta al cambiamento climatico. Tra i pacchetti c’è anche quello dei 104 milioni di euro per il controllo delle frontiere. Quindi la direzione è la stessa: trovare un accordo con il Nord Africa per fare in modo che possa svilupparsi economicamente. Non è una sfida italiana o europea, ma di tutti. E i bilaterali di questi giorni di Meloni servono proprio a capire come fare ad aiutare questa parte del mondo a crescere”;
Meloni ha ricordato che nei confronti dell’Africa da parte dei Paesi sviluppati c’è sempre stato un atteggiamento “predatorio”. Se il piano dell’Italia è far crescere il continente, come si può essere certi che l’intenzione di altri Stati sia la stessa?
“Il punto è quello. Le politiche coloniali sono passate alla storia e come tali devono rimanere. Ma negli ultimi 10-15 anni c’è stata una sorta di neocolonialismo da parte di Pechino, che con accordi di tipo economico-commerciali, in cambio di qualcosa portava indietro buona parte delle materie prime più importanti dell’Africa. A noi non interessa questo. Ci interessa che il continente cresca attraverso investimenti e collaborazioni”;
Accordi come il memorandum con la Tunisia basteranno a fermare le partenze?
“Non bastano, anche se sono fondamentali. Vanno rafforzati i controlli europei nel Mar Mediterraneo per evitare le morti in mare, che è uno dei primi obiettivi del governo Meloni. Per farlo, bisogna evitare che queste persone partano a bordo di imbarcazioni di fortuna, facendo guadagnare soldi ai trafficanti. L’annuncio della presidente von der Leyen dell’avvio di operazioni europee per il pattugliamento del mare è un’ottima notizia”;
È la volta buona che qualcosa cambi?
“Ieri sono tornato da Parigi, dove ho incontrato i rappresentanti della Commissione affari esteri dell’Assemblea Nazionale. C’è un clima di forte solidarietà nei confronti dell’Italia per come stiamo gestendo il fenomeno migratorio. Sono tutti consapevoli che siamo in difficoltà. Credo che si sia arrivati a una consapevolezza e le prove sono il piano dei 10 punti di von der Leyen, e le dichiarazioni dei ministri degli Esteri francese e tedesco di questi giorni”.