Salario minimo, le opposizioni sono pronte a farsi sentire: si va verso l’esame dell’Aula. Spunta anche la data cerchiata in rosso
Uno dei temi che le opposizioni stanno portando avanti da tempo non può altro che essere quella riguardante il salario minimo. Tanto è vero che spunta anche la data: quella del 17 ottobre. La conferma arriva direttamente dall’ultima Conferenza dei capigruppo che si è tenuta alla Camera. La stessa che ha stabilito che la proposta di legge unitaria (che porta la firma del Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Azione, +Europa e Alleanze Verdi e Sinistra) su questo tema possa essere ridiscusso proprio in quella data.
Ricordiamo che c’era stata la sospensiva di due mesi dopo la votazione all’Assemblea nell’aula di Montecitorio. Un qualcosa di fortemente voluto dalla maggioranza. A rivelarlo ci ha pensato direttamente la capogruppo dei dem, Chiara Braga. Quest’ultima ha esternato tutta la sua soddisfazione in merito. Queste sono alcune delle sue parole: “È un passaggio decisivo e chiediamo ci sia un adeguato coinvolgimento del Parlamento e che il Cnel renda note le deliberazioni su cui sta lavorando dopo l’approfondimento“.
E’ passato più di un mese e mezzo quando la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha chiamato le opposizioni a Palazzo Chigi per discutere sul salario minimo e sulle altre proposte in favore dei redditi dipendenti.
Salario minimo, possibile incontro il 17 ottobre: le ultime
Le opposizioni, su questo tema, vogliono unire le proprie forze e combattere insieme. Soddisfazione anche per i pentastellati con le parole del capogruppo, Francesco Silvestri: “Nonostante il tentativo di maggioranza e governo di lanciare la palla in tribuna affidando il dossier al Cnel. La nostra battaglia non si ferma. Lo dobbiamo ai quasi 4 milioni di lavoratori poveri del nostro Paese. La prima firma è di Giuseppe Conte“.
Parole che arrivano anche dal primo cittadino di Bergamo, Giorgio Gori: “Conte che critica la nostra politica sull’accoglienza ha firmato i decreti Salvini: stiamo parlando di un leader che ha una politica cangiante, oggi usa argomenti di destra per attaccare il Pd“. In conclusione non si è fatta attendere la stoccata da parte del numero uno di ‘Azione’, Carlo Calenda: “Oggi la Schlein non è in grado di declinare una politica sull’immigrazione che abbia un qualsiasi elemento di fattibilità“.