Processo Giulio Regeni, in una intervista rilasciata al quotidiano “La Stampa” è intervenuto l’ex presidente della Camera, Roberto Fico
Arrivano delle novità importanti in merito alla vicenda che ha visto come vittima il nostro Giulio Regeni. Ovvero il dottorando italiano dell’Università di Cambridge rapito a Il Cairo il 25 gennaio 2016, giorno del quinto anniversario delle proteste di piazza Tahrir, e ritrovato senza vita il 3 febbraio successivo nelle vicinanze di una prigione dei servizi segreti egiziani. A quanto pare la Corte Costituzionale ha sbloccato il suo processo. In merito a questa vicenda ha voluto esprimere il suo pensiero anche Roberto Fico.
L’ex presidente della Camera ha espresso tutta la sua soddisfazione in merito a questa sentenza. Lo ha raccontato in una intervista rilasciata alla ‘Stampa‘. Queste sono alcune delle sue parole: “Ho provato una sensazione di vera felicità, mi sono emozionato, perché c’era bisogno di una decisione profondamente giusta”. Non è affatto un mistero che, proprio lo stesso Fico, in rappresentanza come esponente del Movimento 5 Stelle, è sempre stato al fianco dei genitori della vittima per chiedere solamente due cose: giustizia e verità per Giulio.
Processo Regeni, Fico: “L’avvocato Ballerini non ha mai mollato”
Una intervista che è continuata in questo modo: “Se si è arrivati a questo risultato è grazie a loro e all’avvocato Ballerini, che non hanno mai mollato, nemmeno per un secondo il fatto che il processo agli agenti egiziani vada avanti è un qualcosa che ridà dignità al nostro Paese”. Poi ha continuato dicendo: “Si tratta di una questione di Stato. Tutta l’Italia deve pretendere giustizia per un proprio cittadino, un giovane ricercatore, torturato e ucciso in Egitto.
Questo desiderio di giustizia deve essere avvertito da tutte le istituzioni, che devono lavorare in modo importante e serio per raggiungere l’obiettivo”. In conclusione ha aggiunto: “Sono convinto che gli egiziani le proveranno tutte per ostacolare il procedimento e impedire che si arrivi a una sentenza. Mi aspetto che il nostro governo supporti con forza l’azione dei magistrati, affinché il processo si svolga regolarmente e in tempi ragionevoli. Anche se questo significherà intrattenere rapporti meno cordiali con il regime di al-Sisi”.