In merito all’argomento relativo allo Spread ha voluto esprimere il suo pensiero Carlo Cottarelli. Il noto economista ne ha parlato in una intervista che ha rilasciato al ‘Quotidiano Nazionale’
Uno degli argomenti principali che interessano particolarmente al nostro Paese non può che essere quello relativo allo Spread. Lo stesso che è diventato un’altra causa di dibattito da parte dell’opposizione che continua ad attaccare i vertici alti del governo. Se da una parte continuano a puntare il dito contro, dall’altra rispondono che la situazione è sotto controllo. In merito a quanto sta succedendo, però, ha voluto dire la propria anche Carlo Cottarelli. Il noto economista ne ha parlato al “Quotidiano Nazionale“.
Il suo, però, sa tanto di campanello d’allarme. Altro che consiglio. Queste sono alcune delle sue parole a riguardo: “Si è detto che alcuni sperano che lo spread aumenti per far cadere il governo. A 200 punti base nessun governo, specie con una maggioranza come quello in carica, cadrebbe. Se poi un Paese ha un debito basso, dello spread non importa niente. Il problema è che l’Italia ha un debito alto“.
Spread, Cottarelli lancia allarme: “Italia ha un debito alto”
Una intervista, quella di Cottarelli, che è continuata in questo modo: “In questo modo, mantenendo alto lo Spread, lasciamo alle future generazioni un Paese che rimane suddito dei mercati finanziari. Sarà così finché non lo ridurremo“. Non ha solamente affrontato questo tipo di tema, ma anche un altro. Ovvero quello relativo al Nadef (Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza).
Queste le sue parole in merito: “Avrei confermato 3,7 % di deficit, che il governo riteneva appropriato 5 mesi fa. Naturalmente tutto sarebbe stato più facile se a inizio mandato il governo avesse iniziato una revisione della spesa per tagliare gli sprechi. Ma chi sono io per muovere accuse, quando tutti i governi dell’ultimo decennio hanno fatto la stessa cosa?”.
In conclusione ha voluto precisare: “Credo che l’ultima spending review fu fatta nel 2013-’14 dal sottoscritto. Mi viene da dire che siamo in piena continuità col passato“.