Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha rilasciato una intervista ai microfoni del quotidiano “La Repubblica”
Né l’Inter e nemmeno il Milan dovrebbe lasciare la propria “casa”: vale a dire lo stadio di San Siro. Il tutto prima dei cinque anni. Un possibile trasferimento potrebbe avvenire solamente nel caso in cui ci dovesse essere un completamento degli impianti sportivi nelle zone di Rozzano e San Donato. La vicenda di questo progetto, presentato proprio dai due club, per un nuovo impianto nell’area del Meazza è stato arenato.
Motivo? A quanto pare la Sovrintendenza, interpellata da Comune e dalle società, ha comunicato che nel 2025 scatterà quasi sicuramente il vincolo sul secondo anello. In merito proprio a questo vincolo ha voluto esprimere il proprio pensiero, Giuseppe Sala. L’attuale sindaco di Milano ha voluto dire la sua proprio in una intervista che ha rilasciato al quotidiano “La Repubblica” dove ha voluto esprimere il proprio pensiero a riguardo. Non sono mancati gli attacchi ma, soprattutto, le difese.
San Siro, Sala non ci sta: “Vincolo vergognoso”
Queste sono alcune delle parole rilasciate dal primo cittadino: “Il vincolo culturale è una cosa vergognosa. Se lo si mette su un luogo dove si gioca a pallone, allora estendiamolo al 90% degli edifici milanesi. Tutti i sindaci concordano che le Sovrintendenze abbiano un potere eccessivo. Non poter tirare giù il vecchio San Siro significa che accanto non potrà sorgere il nuovo stadio, perché due stadi funzionanti porterebbero a 150/200 giorni all’anno di eventi.
Mi dispiace se il Milan va a fare il suo impianto a San Donato. Rimane il fatto che se rimettere a posto il Meazza con due squadre che ci giocano è impossibile, con una sola è invece più fattibile“. Per chi non lo sapesse la società rossonera ha presentato una richiesta di variante al Piano Integrato di Intervento al Comune di San Donato per l’area San Francesco. Mentre il club nerazzurro una prelazione sull’area Cabassi di Rozzano fino ad aprile 2024.