In merito all’argomento relativo al salario minimo ha espresso il proprio pensiero Marina Elvira Calderone. La ministra del Lavoro ne ha parlato al ‘Corriere della Sera’
In una lunga intervista che ha rilasciato al ‘Corriere della Sera‘ è intervenuta l’esponente del governo, Marina Elvira Calderone. L’attuale ministra del Lavoro si è soffermata, in particolar modo, su uno dei temi principali ed importanti che riguardano il nostro Paese. Come quello relativo al salario minimo. Anche se, a dire il vero, non è del tutto convinta di questa opzione. Tanto è vero che ha voluto esprimere tutti i suoi dubbi a riguardo e precisare, una volta e per tutte, cosa ne pensa per davvero.
Queste sono alcune delle sue parole: “Il lavoro del Cnel è stato prezioso perché ha arricchito il dibattito intorno al salario minimo con ulteriori elementi di valutazione e confermando quello che da tempo diciamo: esiste una contrattazione collettiva che copre ben oltre l’80% dei lavoratori italiani“.
Poi ha precisato: “Questa è la base, in linea con l’orientamento dell’Unione Europea, per investire sul rinnovo dei contratti e quindi migliorare le condizioni economiche a favore dei lavoratori, anche attraverso i contratti di secondo livello che puntano sulla produttività e che, grazie ad un intervento di detassazione in manovra, sono cresciuti nell’ultimo anno del 35%”.
Salario minimo, Calderone: “La Cassazione dimostra che esiste il salario dignitoso…”
Una intervista, da parte della Calderone, che è continuata in questo modo: “La pronuncia della Cassazione dimostra che esiste il tema del salario dignitoso, più che del salario minimo. Non a caso la Suprema Corte fa riferimento all’articolo 36 della Costituzione quando parla di ‘giusta retribuzione’ attraverso paghe che non siano al di sotto della soglia di povertà perché esprime questi valori in maniera compiuta e rappresenta il parametro da sempre attuale per ogni valutazione“.
In conclusione ha precisato: “Leggo quindi la sentenza come uno stimolo a investire nella contrattazione di qualità che promuova tutele e garanzie aggiuntive rispetto al salario minimo orario che, da solo, non è sufficiente a garantire il principio del giusto salario”.