Catania, Costa fa chiarezza: “Separazione magistratura e politica va rispettata”

In una intervista che ha rilasciato al “Quotidiano Nazionale” è intervenuto l’attuale vicesegretario di ‘Azione’, Enrico Costa 

Enrico Costa, attuale vicesegretario di ‘Azione’, ne ha parlato in una lunga intervista che ha rilasciato al “Quotidiano Nazionale“. Tanti i temi che ha voluto affrontare. In primis quello relativo allo scontro che vede come protagonisti la politica e la magistratura.

Intervista al 'Quotidiano Nazionale'
Il vicesegretario di ‘Azione’, Enrico Costa (Ansa Foto) Notizie.com

Soprattutto dopo la sentenza arrivata dal tribunale di Catania. In merito a ciò la risposta non si è fatta assolutamente attendere: “Ho detto da tempi non sospetti che i magistrati che si esprimono pro o contro un politico o un partito in pubblico o sui social a mio giudizio lo possono fare, ma va a minare la credibilità degli atti giurisdizionali. Proprio come è successo a Catania, dove a un governo in grande affanno sui migranti, non è parso il vero accendere i riflettori sulla magistratura”. 

Scontro magistratura e politica, Costa fa chiarezza

Poi ha continuato dicendo: “Quando pubblichi qualcosa sui social lo metti in pubblico. lo ho criticato molto che Meloni abbia attaccato la sentenza usando certi toni. D’altra parte i magistrati devono evitare di influenzare le scelte politiche coi loro atti. C’è una separazione che dev’essere rispettata. Quando invece ci sono interferenze si creano questi cortocircuiti. L’ultimo congresso di Area mi è sembrato più un’assise di partito che di una corrente della magistratura, posto che le correnti abbiano coerenza”.

Intervista al 'Quotidiano Nazionale'
Il vicesegretario di ‘Azione’, Enrico Costa (Ansa Foto) Notizie.com

Sulla questione migranti: “Carcerazione? Non è tanto quello il problema. È questione che si accorgono di non avere capacità e strumenti per risolvere i problemi, e allora danno in pasto al loro elettorato aumenti di pene e aggravanti. E l’elettorato così è soddisfatto, anche se il problema rimane immutato. Siamo partiti dal decreto rave, poi Caivano, i migranti, le aggravanti per le minacce agli operatori scolastici di cui si discute la prossima settimana: tutte norme-manifesto per dare un segnale. Ma che non rispondono al problema“. 

In conclusione sulla riforma del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, afferma: “Non sono contrario alle riforme, ma dovrebbero essere riforme organiche. La riforma Nordio all’esame del Senato va nella direzione giusta e la voteremo. Ma non è una riforma organica, perché tocca aspetti singoli. Dire che si procederà per step è l’opposto di una riforma organica”. 

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